Ibrahimovic a Telefoot: “Non sono sicuro di continuare al Milan. Scudetto? Possiamo crederci”
L’attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic parla del possibile futuro con i rossoneri e svela il segreto della sua forma smagliante a 40 anni compiuti

Intervistato dalla pay tv francese Telefoot, Zlatan Ibrahimovic parla del Milan e della sua esperienza al Paris St. Germain, rilasciando alcune dichiarazioni che fanno temere i tifosi rossoneri. Prima però un commento sulla sua forma smagliante a 40 anni compiuti: “Il segreto della mia longevità sta nella testa, sto cercando di dimostrare che 40 è solo un numero ma posso ancora fare ciò che amo fare – ha rivelato Ibrahimovic -. Voglio migliorare ogni giorno. Ovviamente non posso giocare come prima. Ma sono più intelligente e ho più esperienza. Non sono sorpreso dalle mie performance, sono il migliore. Non posso essere sorpreso se sono il migliore. Cerco di aiutare i miei compagni di squadra a diventare migliori. Non ho altro da dimostrare, ma non voglio pentirmi di fermarmi, dicendomi - continua - che avrei potuto continuare. Non voglio fermarmi finché non sarò cacciato, finché avrò finito, davvero finito”.
Ibrahimovic sul possibile futuro al Milan e il passato al PSG
L’attaccante svedese poi ha parlato anche del possibile rinnovo al Milan: “Non sono sicuro, vedremo. Ho detto che voglio giocare finché posso – ha precisato il rossonero -. Se mi dovessero mandare via e sentissi che posso continuare, continuerei. Adesso ho un ruolo importante, grandi responsabilità. E’ una situazione che mi piace, che mi porta molto. Sono il più grande del gruppo, è la prima volta. Lo scudetto? Possiamo crederci. Più ci credi, più è possibile. Devi lavorare e crederci. Senza questo non puoi arrivare ai tuoi obiettivi”. E sul passato al PSG, Ibrahimovic afferma: “Ho dei bei ricordi. Sono stato uno dei primi a venire quando il club è stato rilevato. Ho visto il cambiamento in 48 ore. Ho fatto parte degli inizi e sono molto orgoglioso, perché senza di me il PSG non sarebbe diventato quello che è diventato. Non sono venuto a Parigi per soldi o per la città, ma per cambiare tutto“, conclude.
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