Allegri si racconta: “Impossibile parlare di un ritorno alla Juve. Sono legato alla Vecchia Signora”

Intervenuto negli studi di Sky Calcio Club, l’ex tecnico della Juve Massimiliano Allegri ha parlato dei prossimi obiettivi, di Inter, della crisi della Vecchia Signora e di tanto altro ancora: “Futuro? Non so ancora niente. Ho visto un po’ di partite, quando alleno ne guardo poche – afferma – perché mi annoiano. Ultimamente mi sono rimesso a guardarle, mi immedesimo negli allenatori e non ne indovino una. Nel calcio italiano bisogna rimboccarsi tutti le maniche. Io sono sempre stato visto come contraltare ai giochisti – rivela -, ma credo ci voglia equilibrio: non è da buttare il vecchio stile ma neanche quello nuovo”.

Sul flop europeo Allegri ha la ricetta per consentire al calcio nostrano di rialzarsi: “Bisogna mettere di nuovo al centro i giocatori e lavorarci: la tattica serve, nessuno non organizza la squadra. Però ci lamentiamo – prosegue – quando in Europa affrontiamo giocatori che la passano a 100 all’ora. Facciamoci delle domande: cominciamo dai settori giovanili con la tecnica individuale. I giocatori sono diventati uno strumento per far vedere che gli allenatori sono bravi: un allenatore è bravo quando vince o quando crea valore”. 

Sulla crisi della Juve e sul suo addio alla Vecchia Signora l’ex tecnico bianconero precisa: “Ci siamo divisi in modo naturale. Mi spiace abbia perso oggi, ma diamo meriti al Benevento: hanno fatto una partita importante. Ci sono anche i meriti, non parliamo solo di quelli – evidenzia Allegri – che fanno le cose che fanno male. Siamo arrivati in modo naturale, c’è stata una diversità di vedute. Non sapevo avrebbe scelto Sarri, assolutamente. Eravamo d’accordo quasi su tutto, ma è stata una scelta di cui non ci siamo resi conto: è stata una scelta del presidente. Sono stati cinque anni meravigliosi, ci siamo divertiti. Dopo cinque anni è difficile dare stimoli, sicuramente è stato uno dei motivi per cui hanno deciso di cambiarmi. Io sono molto legato alla Juventus: ma io mi affeziono a tutte le squadre, sono passionale

Non manca una domanda su un possibile futuro all’ombra della Mole: “Tornare alla Juve? Non lo so, è impossibile dirlo. Pirlo? Non so che difficoltà possa avere, ma fare l’allenatore è molto difficile. Ci sono due allenatori: dal lunedì al sabato è un mestiere, domenica è un altro”. E su Cristiano Ronaldo: “Più alzi il livello, più è veloce l’apprendimento dei giocatori a livello calcistico. Io ho avuto la fortuna di avere tanti campioni, è più facile nella gestione. L’importante è il rispetto reciproco. Hai di fronte delle aziende – sottolinea -, i social imperversano. I giocatori ascoltano sempre l’allenatore, devi essere un punto di riferimento“.

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