Caso plusvalenze, gli ultimi aggiornamenti: i numeri delle operazioni del Napoli. Cosa rischia il club partenopeo?

Domani si svolgerà la prima udienza davanti al Tribunale Federale per il caso delle plusvalenze, in cui sono coinvolti undici club: Juventus, Napoli, Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Chievo, Novara e Pescara (nella prima tranche di accuse, mentre un secondo filone di indagine riguarda l’Inter). Calcio e Finanza ha potuto visionare il fascicolo della Procura FIGC riguardante il club azzurro: la Procura spiega che delle 62 operazioni totali ne vengono analizzate 5 riguardo il club partenopeo, in particolare sull’affare Osimhen. Le cessioni di Karnezis e i tre Primavera sono valse in totale 20,1 milioni per 19,8 milioni di plusvalenza. Secondo l’accusa degli inquirenti, il reale valore dei giocatori ceduti è pari a 470mila euro, con plusvalenze fittizie per 19,3 milioni, mentre il reale valore di Osimhen è pari a 52 milioni e non a 71,2 iscritti a bilancio. “Pertanto, risulta iscritto nell’attivo patrimoniale un maggior valore di Euro 19.250.000 e maggiori ammortamenti per euro 7.700.000”, si legge nella nota.

Sono due gli effetti immediati di quest’unica grande operazione che riguarda 5 calciatori: un patrimonio netto rettificato da 108,8 milioni a 74,1 milioni nel bilancio semestrale al 31 dicembre 2020; un patrimonio netto rettificato da 85,2 milioni a 56,2 milioni nel bilancio semestrale al 31 marzo 2021. Per la Procura FIGC, dunque, l’impatto sul patrimonio netto è di 28,9 milioni al 31 marzo 2021. Secondo l’accusa, tuttavia, tutto ciò non ha inciso sull’iscrizione al campionato, motivo per cui il deferimento nei confronti del Napoli e dei suoi 5 dirigenti (Aurelio De Laurentiis, Jacqueline Marie Baudit, Edoardo De Laurentiis, Valentina De Laurentiis e Andrea Chiavelli) riguarda solo l’illecito amministrativo. La conseguenza, dunque, dovrebbe essere solo una sanzione pecunaria.

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