Settimane di inattività e brutte prestazioni per gli italiani che giocano nei campionati esteri. Uniche note positive: Jorginho e VerrattiNonostante settimane di calendario infuocate, nelle quali si è giocato quasi ogni tre giorni,e una Italia che sorride per le vittorie in Champions, l’Italia che milita nelle squadre dei maggiori campionati europei ha visto a fatica il campo. E fa piangere. Escluse le pochissime eccezioni. Una delusione dopo l’altra stampata sui volti dei
Davide Zappacosta, panchinaro di lusso nel
Chelsea di
Sarri da ben tre turni di campionato; dei
Matteo Darmian, che oscilla tra la panchina e la tribuna da sei lunghissime giornate di Premier League; e infine di quel “fortunato”
Manolo Gabbiadini, che almeno riesce a sollevarsi da quella panca per giocare quei 15 o 20 minuti utili a sgranchire le gambe. In situazioni pessime si trovano anche
Mario Balotelli, martoriato dagli infortuni e da una discontinuità impressionante in campo, e ormai a secco dall’inizio del campionato francese ma con una collezione notevole di gialli e squalifiche; e quel promettente
Pietro Pellegri, attualmente fantasma di un
Monaco che sta colando a picco in classifica. Le pochissime eccezioni restano:
Jorginho, che sta attraversando una seconda vita calcistica in Premier con i
Blues e intoccabile nel centrocampo del coach italiano; e quel
Marco Verratti che, appena tornato dai suoi innumerevoli stop, ormai è rimasto fisso sull’erba: tra Champions e Ligue 1 nelle ultime quattro partite è sempre sceso in campo. Preoccupano maggiormente i primi brutti casi che, continuando così, vedono più lontana una effettiva utilità alla causa di una nazionale italiana che ha un reale e concreto bisogno di talento e costanza.