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Caso Acerbi, furia del Napoli: “Non aderiremo più a campagne contro il razzismo in Serie A”

Francesco Acerbi é stato assolto per mancanza di prove, dalle accuse di razzismo nei confronti di Juan Jesus giocatore del Napoli. Non sono dunque bastate le prove video in cui si vedevano i due discutere, ne la testimonianza resa dal brasiliano al procuratore Chiné dove ha ribadito di essere stato insultato. Il Giudice Sportivo ha rinetuto che non ci fossero abbastanza prove per portare ad una squalifica del difensore italiano, provocando la reazione furiosa della società partenopea.

Le motivazioni del Giudice Sportivo

Gerardo Mastrandea il Giudice Sportivo che si é occupato del caso tra Acerbi e Juan Jesus, ha reso note le motivazioni che lo hanno indotto ad emanare la sentenza di assoluzione nei confronti del difensore nerazzurro e della Nazionale: 

Rilevato che la sequenza dei fatti in campo, ricostruita in base ai documenti ufficiali, con l’ausilio del Direttore di gara e comunque visibile in video, muovendo necessariamente dallo scontro di gioco e dall’atto del proferimento di alcune parole da parte dell’Acerbi nei confronti di Juan Jesus è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte, peraltro non platealmente (con modalità tali cioè da non essere percepite dagli altri calciatori in campo, dagli Ufficiali di gara  o dai rappresentanti della Procura a bordo del recinto di giuoco), dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo “offendente”, il cui contenuto discriminatorio però, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore della Soc. Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso” (Juan Jesus), senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale;…

…Rilevato che nella fattispecie la sequenza degli avvenimenti e il contesto dei comportamenti è teoricamente compatibile anche con una diversa ricostruzione dei fatti, essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale;
 
Ritenuto pertanto che non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata  
 
P.Q.M.
 di non applicare le sanzioni previste dall’art. 28 CGS nei confronti del calciatore Francesco Acerbi (Soc. Internazionale)

Il comunicato del Napoli

Acerbi e Juan Jesus

Il Napoli attraverso un comunicato ufficiale ha voluto esporre la propria rabbia per l’esito della sentenza sul caso di razzismo che ha visto coinvolto Juan Jesus e Acerbi. Solidarietà nei confronti del brasiliano:

 Il signor Acerbi non è stato sanzionato. A questo punto il colpevole dovrebbe, per la “giustizia” sportiva, essere Juan Jesus, che avrebbe accusato un collega ingiustamente. Non è ragionevole pensare che abbia capito male. Il principio di maggiore probabilità di un evento, ampiamente visibile dalla dinamica dei fatti e dalle sue scuse in campo, che nella giustizia sportiva è preso in considerazione, scompare in questa sentenza. Restiamo basiti. 

Inoltre, se quanto accaduto in campo, lo dice la sentenza, “è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte…dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo”, perché non irrogare a quest’ultimo alcuna sanzione? Perché, poi, lo dice sempre la sentenza, “essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa”, nessuna decisione è stata assunta dalla “giustizia” sportiva al riguardo per punire il responsabile? Restiamo ancor più basiti. Il Napoli non aderirà più a iniziative di mera facciata delle istituzioni calcistiche contro il razzismo e le discriminazioni, continueremo a farle da soli, come abbiamo sempre fatto, con rinnovata convinzione e determinazione.

LEGGI ANCHE: Caso Acerbi, la reazione della moglie: “Sciaquatevi la bocca. Brindo a chi insulta i familiari”

Carmine Buonanno

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