A inizio anni 2000, Andy Van der Meyde era uno dei calciatori più desiderati dai maggiori club europei. La tecnica dell’olandese aveva stregato l’Inter, che lo prelevò dall’Ajax nel 2003. Purtroppo la sua parabola discendente iniziò proprio dalla sua sfortunata esperienza in nerazzurro, dove non riuscì mai ad ambientarsi ai ritmi del calcio italiano. L’ex calciatore si è purtroppo distinto per brutti comportamenti fuori dal campo, i quali hanno inciso notevolmente su di lui e la sua carriera da giocatore. Intervistato da Algemeen Dagblad, l’olandese ha parlato di alcuni momenti delicati della sua vita da calciatore professionista. Ve ne proponiamo un estratto:
“Ero fuori controllo, non riuscivo a dormire se non prendendo pillole. Era roba pesante, di quella da prendere con la prescrizione del medico. Le rubavo dallo studio del medico del club, l’ho fatto per più di due anni. Poi è arrivata la cocaina, insieme a Bacardi, vino e feste in quantità. Capii che dovevo andarmene da Liverpool, o sarei morto”
TANTO SESSO – Il mio motto era: sempre e ovunque, fosse un’igienista dentale, una segretaria dell’Ajax, una ragazza conosciuta a un semaforo. Ho sbagliato molto. Pensaci, come calciatore avevo tutto ciò che le donne potessero desiderare. Ero carino. Ero davvero ricco. E avevo anche un cazzo enorme. Avevo milioni, ma ero completamente pazzo nella mia testa“.
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