Urbano Cairo, presidente del Torino, non le ha mandate di certo a dire nel suo editoriale de La Stampa, apparso sulla prima pagina del giornale torinese, su alcune decisioni arbitrali che secondo lui hanno penalizzato e continuano a penalizzare il suo Torino, come per esempio la mancanza di rigori assegnati alla sua squadra dopo 12 giornate di campionato.
Lo sfogo di Cairo inizia con una considerazione sarcastica sulla sua reputazione e quella del suo Torino: “Senza gli errori magari avremmo giocato di più in Europa. Forse siamo antipatici… […] Le nostre stagioni, così, si complicano perché è come se fossimo penalizzati ogni anno di sette o otto punti: senza i torti subiti, magari, avremmo giocato più partite in Europa… […] Andatevi a rivedere come la squadra di Gasperini dimezza lo svantaggio riaprendo la partita: Dimarco ha il pallone tra i piedi, arriva Lookman, c’è un leggero contatto e Scamacca segna. L’arbitro? Dà il gol, a noi, con una dinamica identica, no perché viene punito Zapata: mi chiedo, e chiedo, come mai le interpretazioni prendono strade opposte”.
Sulla mancanza di rigori concessi agli uomini di Jurić dopo 12 giornate, Cairo ha poi concluso, ironicamente: “Vorrà dire che diremo ai ragazzi di buttarsi, ma non è questa la soluzione. Non può esserla: se un giocatore viene danneggiato, pur rimanendo in piedi, perché non fischiare? […] Potremmo anche non avere il rigorista, va così da un bel po‘”
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