Gabriele Paparelli: "Dopo il derby, ho dovuto assistere all'ennesimo post infamante nei confronti di mio padre"
Il figlio di Vincenzo usa toni molto duri con chi continua ad infangare il nome di suo padre

Venerdì scorso la Lazio ha vinto nettamente il derby della Capitale contro la Roma per 3-0 con grandi festeggiamenti fatti sia dalla squadra nello spogliatoio, sia dai tifosi sui social. Purtroppo però anche questa volta Gabriele Paparelli, il figlio di Vincenzo, tifoso laziale morto allo stadio Olimpico il 28 ottobre 1979 colpito da un razzo lanciato dalla Curva Sud, ha denunciato l'ennesimo messaggio d'insulto verso suo padre arrivatogli sui suoi canali social. Gabriele nella giornata odierna è intervenuto a Radio Incontro Olympia (emittente radiofonica privata di Roma), per parlare di quanto accaduto nei giorni scorsi, sfogandosi in maniera molto dura.
Gabriele Paparelli, le sue parole
"Non serve più querelare, ormai mi resta solo farvi vedere chi sono... Non è che quando perdiamo noi ci mettiamo a insultare... Sono fatti così, ma adesso basta, non ne posso più, mi sta ribollendo il sangue. Voglio vivere la morte di mio padre, il mio lutto, in pace con la mia famiglia. Ero tanto felice per il derby vinto dalla Lazio, ma ho dovuto assistere all'ennesima scritta, all'ennesimo post infamante nei confronti di mio padre. Ho tanta rabbia, che delusione. Sono 40 anni che giro con la bomboletta in macchina per cancellare scritte su razzi e cose come '10 100 1000 Paparelli'. Ho querelato migliaia di persone, denunce che non hanno avuto seguito. A questo punto gradirei che intervenisse la AS Roma, che mi invitasse a parlare, che faccia fare un appello ufficiale, un comunicato. Basta, non tollero più nulla. Sono arrabbiato, ma anche deluso. I morti vanno lasciati in pace".