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In Serie A stadi vuoti e polemiche, in Premier sold-out e ricavi

Per rendersi conto della situazione ordinaria è stato sufficiente accendere la televisione in un tranquillo sabato pomeriggio, per assistere allo scontro salvezza SassuoloEmpoli. Partita vibrante, tesa e combattuta fino all’ultimo respiro dove Simone Bastoni regala tre punti di un peso specifico importante agli empolesi, gli ospiti vincono 3-2 e prendono le distanze dalla zona calda della classifica. I padroni di casa del Sassuolo invece sprofondano nelle acque torbide della zona retrocessione, come accade in queste circostanze a pagare è l’allenatore e Alessio Dionisi viene esonerato.

Stadi di Serie A: uno spettacolo deprimente

Andando oltre il risultato e l’esonero del tecnico, SassuoloEmpoli si può descrivere a tutti gli effetti come una partita appassionante, lo spettacolo sugli spalti però è stato abbastanza deprimente. 

Andrea Pinamonti con la maglia del Sassuolo – Photo by Image-Sport

Le tribune vuote e i seggiolini colorati per offrire il solito effetto ottico da tutto esaurito che però purtroppo non c’è stato, non hanno rispecchiato quanto visto dentro il rettangolo verde. Quanto visto al Mapei Stadium in realtà vuole essere solo l’esempio lampante di come nel massimo campionato italiano, che da alcuni viene considerato ancora il più bello del mondo, la media spettatori negli stadi sia strettamente proporzionale al risultato della squadra. Ne sanno qualcosa a Torino dove il tecnico Ivan Jurić aveva recentemente lamentato lo scarso apporto della tifoseria, non fa eccezione Udine dove è facile intravedere buchi senza spettatori nelle tribune centrali. Sono significative anche le immagini che ormai arrivano dal Marc’Antonio Bentegodi di Verona, con lo stadio che si riempie solo se arrivano Inter, Milan o Juventus. Da evidenziare anche le partite del Monza in Serie A con lo stadio brianzolo che difficilmente fa registrare sold-out nonostante due grandi stagioni da neo-promossi. Viaggiando verso i quartieri alti della classifica diamo uno sguardo anche alle partite casalinghe di Lazio e Juventus, con ampie zone dei due stadi senza spettatori, soprattutto quando le due squadre incappano in periodi negativi.

Lo spettacolo della Premier con i suoi stadi sold-out

Il parallelismo con la Premier League secondo alcuni è ingeneroso e quasi azzardato, ma vale la pena raccontare come Selhurst Park sabato pomeriggio fosse pieno fino all’orlo con il Crystal Palace imbrigliato in una stagione complicata. 

Selhurst Park, casa del Crystal Palace – Photo by Il Calcio a Londra

L’avversario dei londinesi, il Burnley che ormai sembra condannato a retrocedere, si è comunque presentato nel Sud di Londra sospinto da un numero considerevole di tifosi che hanno seguito la squadra in trasferta nonostante una classifica precaria. Anche qui Selhurst Park è solo uno dei tanti esempi, ne potremmo citare altri, ma per semplificare le cose diciamo solo che si è registrato il sold-out in tutte la partite di Premier League. Se il paragone tra Serie A e Premier League non regge il confronto a priori, scendiamo di un gradino andando a dare un’occhiata in Championship, la Serie B inglese. Viaggiando verso l’Ovest di Londra ci siamo stropicciati gli occhi con il colpo d’occhio di Loftus Road, stadio del Queens Park Rangers, club che quest’anno sta lottando con le unghie e con i denti per rimanere aggrappato al treno che porta alla salvezza. Nell’ultimo match di campionato, il QPR ha vinto in rimonta per 2-1 contro il Rotherham United. Tre punti d’oro per i padroni di casa, spinti da uno stadio pieno e da una tifoseria che ha dato spettacolo, nonostante la squadra sia partita per puntare ai play-off e invece si ritrovi a lottare per non retrocedere.

Loftus Road, casa del Queens Park Rangers – Photo by Il Calcio a Londra

Serie A vs Premier League: un confronto impari anche sui ricavi

Dati alla mano i diritti televisivi della Premier League per i prossimi quattro anni sono stati venduti a 6,7 miliardi di sterline, 7,8 miliardi di euro. L’ultima squadra del massimo campionato inglese incassa il 40% in più della prima squadra di Serie A. Dai numeri non si scappa, ma sarebbe utile fare una riflessione una volta per tutte. Stadi vuoti, polemiche arbitrali, cultura del sospetto, giocatori osannati dopo due gol e etichettati come pacchi dopo due partite in sordina, allenatori giudicati troppo in fretta dopo una stagione positiva o negativa, tutti questi ingredienti, e molti altri, nello stesso contenitore hanno generato un veleno che poco a poco ha fatto ammalare il calcio italiano.

Antonio Marchese

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