Nella giornata di ieri si è tenuto il vertice tra i rappresentanti dei 20 club di Serie A: all’ordine del giorno il punto relativo al caos generato dalla ufficializzazione della Superlega, in attesa di provvedimenti che dovrebbero colpire le squadre che l’hanno istituita, in primis la Juventus.
Ma l’incontro è stato utile anche per intavolare il discorso relativo alla riforma della Serie A, alla luce proprio dai risvolti che sono seguiti all’annuncio della nuova manifestazione continentale d’élite. L’obiettivo primario è quello della sostenibilità: le società hanno dovuto faticare e non poco in quest‘anno abbondante di pandemia e sono alla ricerca di soluzione per rendere meno onerosa la partecipazione al massimo campionato italiano.
I club presenti all’incontro hanno pensato di creare una scaletta sulla quale lavorare per i prossimi giorni: l’idea è quello di realizzare un documento con le riforme necessarie che potrà essere sottoscritto già tra un paio di settimane.
Innanzitutto il discorso da farsi riguarda la riduzione del campionato di Serie A dalle attuali 20 squadre a 18: una sorta di ritorno al passato che consentirebbe senza dubbio di abbattere i costi e nel contempo di consentire l’accesso a società che riusciranno a rendere competitivo il torneo.
Il problema principale è quello di istituzionalizzare il progetto, per questo si rende indispensabile un intervento di FIGC e UEFA per rendere più concreto il discorso. Operazione che porterebbe alla formalizzazione di due sole retrocessioni in Serie B. Va da sé che il campionato cadetto subirà, quasi di riflesso, una mini rivoluzione per rendere più giocabile e competitivo il torneo.
Ed ecco che torna di moda il discorso di una riforma totale del calcio italiano: passare ad una Serie B con due gironi e una Serie C con 36 club, nel segno di Gravina, la cui idea è da tempo ormai nota.
Come si legge su La Repubblica, la riforma non toccherà solamente l’aspetto quantitativo del campionato di Serie A: infatti al vaglio anche un aspetto fondamentale rappresentato dall’istituzione di un tetto salariale, che prevederebbe nel contempo nuovi modelli di contratto per i giocatori, ma anche una nuova struttura di Lega.
Un aspetto di non poco conto, che permetterà a tutte le squadre di viaggiare sulla stessa linea d’onda: via i contratti faraonici, sì ad accordi che tengano conto anche del valore economico dei club. Di conseguenza terminerebbe anche la consuetudine, ormai assodata nel mondo del calcio, di accumulare perdite su perdite, mostrando quasi sempre un bilancio in profondo rosso.
La proposta di riforma della Serie A passa attraverso la redazione di un atto, o proposta scritta, da depositare entro il 30 giugno. Il tempo stringe, il massimo campionato italiano necessita di un cambio radicale. I tempi sono maturi dunque per un sostanziale rinnovamento.
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