La notizia uscita poco fa sui principali quotidiani nazionali ha qualcosa di scioccante: 19 ultra appartenenti alle tifoserie di Milan e Inter sono stati arrestati a Milano nelle scorse ore.
Gli ultra sono indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso e vari reati collegati ad essa, come l’estorsione e l’accesso abusivo a sistemi informatici (per l’accesso prioritario ai biglietti).
Fra le persone coinvolte ci sarebbe anche Tancredi Palmieri, consigliere comunale eletto con la lista di Letizia Moratti.
Nella maxi inchiesta viene contestato alle tifoserie di aver stretto un patto criminale finalizzato prevalentemente alla gestione del catering all’interno dello stadio e alla richiesta di un pizzo nei confronti degli ambulanti che fuori da San Siro vendono ogni sorta di cibo o bevanda, assieme ad una serie di cosiddetti “reati da stadio”.
L’indagine sembrerebbe però non riguardare traffici di droga, anche se, secondo l’accusa, sembra ormai accertata l’infiltrazione della criminalità organizzata all’interno delle curve delle due squadre di Milano.
Un altro fatto interessante che secondo gli inquirenti è emerso dalla vicenda è che il tanto decantato patto di non belligeranza sarebbe stato finalizzato non tanto alla pace fra le due tifoserie quanto alla volontà da parte di entrambe le curve di ottenere un profitto, illecito, dalla vita all’interno del Meazza.
Nei giorni scorsi le tifoserie di Sampdoria e Genoa si sono viste chiudere le porte di una partita in casa e di ben tre trasferte in seguito agli scontri violenti avvenuti dopo il derby di mercoledì scorso, scontri che non hanno coinvolto nemmeno il 2% del totale delle due tifoserie.
Al contrario in questa vicenda per quanto sia vero che le persone coinvolte siano di meno è altrettanto vero che queste persone sono veri e propri leader delle curve, che hanno un’influenza su altre persone e che comunque dirigono la curva.
Questo porta a capire che nonostante possano essere loro le teste operative dell’operazione, che rimarranno innocenti finché non arriverà una condanna, le persone materialmente coinvolte in tali giri potrebbero essere molte di più.
Eppure per una vicenda del genere, ben piĂą grave di qualche scontro (che ha coinvolto solamente chi ne ha volontariamente aderito), non ci si sognerebbe mai di vietare ai tifosi le prossime partite di Milan ed Inter.
Al di là delle vicende legali vi è poco da dire: le istituzioni devono cominciare seriamente a discutere sulle misure che vengono prese in seguito ai disordini negli stadi: non possono quasi 50.000 abbonati genovesi vedersi negare il diritto di vedere la propria squadra solo perché 500 persone al massimo si sono scontrate al di fuori dello stadio.
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