– di Calogero Destro –
E’ la vittoria del “Cholismo”, del calcio fatto di lotta, corsa e ripartenze, contro un avversario sulla carta qualitativamente più forte, ma sicuramente meno cinico. L’Atletico Madrid approda in finale grazie al gol del figliol prodigo Diego Costa, che nel recupero del primo tempo brucia la rivedibile difesa dell’Arsenal e manda in estasi il Wanda Metropolitano. I “Gunners” erano partiti bene, prendendo subito in mano le redini del gioco, ma non riuscendo ad impensierire Oblak. Le giocate di Ozil e Wilshere, in mezzo al campo, riuscivano a muovere l’organizzatissima linea difensiva dei padroni di casa, imperforabile, però, dentro i sedici metri. Il tono della partita si alzava di minuto in minuto, con la squadra di uno scatenato Simeone in tribuna, brava ad alzare, poco a poco, il proprio baricentro. Nell’ultimo minuto della prima frazione l’episodio che indirizzava definitivamente la qualificazione sui binari dei madrileni, con la zampata di Costa, che non perdonava l’unico svarione della serata degli inglesi. Nella ripresa l’Arsenal ci provava, ma i ragazzi di Arsene Wenger non creavano mai occasioni nitide, consentendo all’Atletico di portare la gara sul terreno da esso prediletto. In finale, contro i colchoneros, arriva il Marsiglia di Rudy Garcia, che raggiunge l’ultimo step della competizione grazie alla zuccata dell’ex interista Rolando nei tempi supplementari, condannando uno splendido Salisburgo, che era riuscito a mettere le cose in parità nel doppio confronto contro i francesi ma alla fine deve arrendersi davanti al proprio pubblico.
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