Non il miglior momento della sua storia per la Juventus di Massimiliano Allegri che è reduce dalla sconfitta con l’Atalanta e dalle quattro reti incassate precedentemente dal Chelsea in Champions League. Ne ha parlato anche Gigi Garanzini sulle colonne de La Stampa.
Garanzini ha analizzato il momento negativo che sta vivendo la Juventus. Questi alcuni estratti di ciò che ha scritto: “È sotto gli occhi di tutti, juventini e non, che la difesa non è più quella, l’attacco segna col contagocce, il centrocampo non è parente nemmeno alla lontana di quello di qualche stagione fa. Ed è tanto incredibile quanto vero che la squadra dei nove scudetti consecutivi nel giro di un paio di stagioni si è dissolta […] è sempre più chiaro, giorno dopo giorno, che si scrive squadra ma si legge società. Sono anche le cronache giudiziarie a raccontarlo, ed è un buon motivo di inquietudine ulteriore: […] sullo sfondo e sempre in attesa di giudizio, quella deliziosa botta d’immagine dell’esame di italiano di Suarez. E vogliamo parlare del reality? Delle telecamere piazzate per un anno intero in spogliatoio, di un grande fratello che in qualche altro paese funzionerà pure ma da noi aveva un solo precedente, tanti anni fa, nientemeno che al Cervia. […] Mica finita, ci sarebbe anche la Superlega, volendo. […] Spiegazione? Facciamo ipotesi. […] la Juve decide di regalarsi Cristiano Ronaldo. Quasi tutta la Juve: non l’amministratore delegato, Beppe Marotta, che ritiene il suo acquisto sproporzionato rispetto alle risorse societarie e al percorso di crescita rispettato sino a lì. Si arriva alla rottura, Marotta se ne va, la spiegazione che viene fatta filtrare è che ormai guadagnava troppo e, sottintesa, troppo voleva comandare. Gli succede l’ex-delfino, Fabio Paratici. E prende il via tutt’altra politica societaria che, prima di degenerare per esempio nel turbine di plusvalenze e nell’esame di Suarez, passa per i parametri zero, tipo Ramsey […]. Poi arriva la voglia di bel gioco e Allegri non basta più, poi il flagello del Covid, per tutti, non solo per la Juve. Mentre Marotta prima costruisce un’Inter da scudetto, poi la rigenera con acquisti mirati, nettamente al ribasso, altro che parametri zero. Meditate, gente, meditate”.
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