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ESCLUSIVA IPG, Andrea Amici: “Jacobs tra i primi tre migliori velocisti di sempre. Doping? Non c’entra nulla”


 

Andrea Amici, bolognese, staffettista nella 4×100 azzurra (con Occhiena, Marras e Madonia) che ai Mondiali del ’93 a Stoccarda giunse in finale e nel ’97 ad Atene si fermò in semifinale, è stato ospite del direttore Alberto Bortolotti nello speciale del “Pallone Gonfiato” in onda su Radio4zero3. Interessantissime, molto puntuali e quasi profetiche le sue analisi della vittoria di Jacobs sui 60 piani domenica ai Kondiali Indoor di Belgrado.  

La velocità è la specialità sportiva più frequentata al mondo, quindi è molto difficile emergere. Io sono amico dell’allenatore di Jacobs, Camossi, triplista della mia epoca, che pesca Marcel tra i lunghisti – guardate la sua corsa, è quella classica del saltatore in lungo – . A quel punto lui è come un pianista che passa al sassofono.

Ma non ci mette molto, e il doping davvero non c’entra nulla. Vederlo correre è una meraviglia. Non è passato dal niente al tutto. E’ uno dei primi tre velocisti della storia, è appena alle spalle di Usain Bolt e Tyson Gay. Sì, avete capito bene, nella storia, intendo. I suoi 60 metri di domenica sono stati più veloci di Tokyo, dove c’era vento a favore nella vittoriosa finale dei 100.

Lui vale 9’73”, 9’75” sulla distanza “outdoor”. 

In semifinale ha palesato una superiorità notevolissima. Composto e controllato, ha dominato. In finale ha avuto la forza del più forte, e gli avversari lo sanno: la superiorità del tuo rivale si percepisce benissimo. Erano di rincorsa, affannati, e se nei primi 30 metri non lo distaccano – come non è avvenuto –  non ce n’è più. Fossero stati i 100, agli avversari Marcel dava un metro buono. 

Jacobs è un grandissimo centometrista, Tortu, più bravo in curva, lo sopravanza sui 200. 

Marcel corre più di forza, Tortu è più dinamico, più sciolto, più “rotondo” in curva. Il sardo-brianzolo può scendere sotto i 20” ‘.

Francesco Rossi

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Francesco Rossi

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