Il ciclista olandese Fabio Jakobsen (Deceuninck-QuickStep) è tornato a casa dopo il terribile incidente dello scorso 5 agosto quando nella volata finale della prima tappa del Giro di Polonia è stato stretto e spinto dal connazionale Dylan Groenewegen verso le transenne e dove è stato trovato a terra in una pozza di sangue. Una volta portato all'ospedale di Katowice è stato messo in coma farmacologico a causa di danni gravi all’apparato respiratorio comprese delle fratture al volto e un forte trauma cranico con gravi rischi per la sua salute. Per fortuna dopo l'operazione durata ben cinque ore, la situazione è migliorarata ed ora dopo quasi due settimane è fuori pericolo.
Ora il ciclista che il prossimo 31 agosto compirà 24 anni, dovrà affrontare un periodo molto complicato fatto di altre operazioni e trattamenti e per il suo recupero completo ci vorrà parecchio tempo, ma intanto ha voluto ringraziare tutti quanti con una lettera, che di seguito riportiamo:
"È stato un periodo difficile e buio per me, quello della terapia intensiva: avevo paura di non sopravvivere. Grazie all'organizzazione dietro al Tour de Pologne e al mio team Deceuninck-Quick-Step, la mia famiglia è stata in grado di starmi vicino, il che mi ha dato molta forza.
Mercoledì scorso sono stato trasferito al Centro medico dell'Università di Leida. Sono stato ammesso al dipartimento ORL e ho subito ulteriori trattamenti. Passo dopo passo posso iniziare a vivere in modo più indipendente. Ora sono a casa, dove le ferite al viso possono continuare a guarire. Inoltre, nei prossimi mesi devo riposare molto a causa di una grave commozione cerebrale. Nelle prossime settimane e mesi, mi sottoporrò a molteplici interventi chirurgici e trattamenti per curare le lesioni facciali.
Voglio far sapere a tutti che sono felice di essere ancora vivo: tutti i messaggi e le parole di sostegno che ho ricevuto mi hanno dato una forza straordinaria. Passo dopo passo posso guarderò lentamente al futuro e combatterò per riprendermi.
In particolare vorrei ringraziare il dottor Rafael, mio chirurgo in Polonia, il dottor Vanmol, che era presente come medico di squadra in Polonia, Patrick Lefevere che ha permesso alla mia famiglia di arrivare presto in Polonia, Agata Lang e la sua famiglia che, a nome del Giro di Polonia, si è presa cura della mia famiglia".
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