Il Napoli di Carlo Ancelotti da ieri è in ritiro ma quella presa in accordo con la squadra, non sembra la soluzione migliore. Persistono i malumoriLa decisione presa lo scorso 2 dicembre, in accordo tra allenatore e calciatori, ad oggi, sembrerebbe non essere la soluzione migliore. Continuano i malumori in casa Napoli, forse troppi dissapori accumulati nel tempo e pochi chiarimenti. Il ritiro preteso in vista della gara contro l’Udinese e fino alla partita che vedrà il Napoli impegnato in Champions contro il Genk, non sta dando i risultati sperati. Anzi, molto probabilmente, sta venendo alla luce la realtà dei fatti. Tante, fin troppe, sono state le domande poste sullo scarso rendimento, su un calcio irriconoscibile, su formazioni schierate in modo assurdo e, non da meno, su un atteggiamento quasi dimesso e senza “cattiveria” dei calciatori: purtroppo il Napoli non diverte più! Proprio quest’ultimo sembra essere il reale problema. Quando non si portano a casa i risultati, i momenti di difficoltà si amplificano e quando non ci sono persone in grado di ridare un clima disteso accade quello a cui si sta assistendo. Nella seduta odierna di allenamento sono intervenuti dei chiarimenti necessari sia a livello tattico che fisico, staff e calciatori hanno lavorato molto, la squadra sembrerebbe si sia allenata bene e più rigorosamente, ma nonostante la richiesta di passare ad un modulo di gioco 4-3-3, sembra che Carlo Ancelotti non voglia cedere e resta saldo nella sua idea di un 4-4-2, nonostante sia oramai chiaro a tutti che tale sistema di gioco non funziona o meglio, non è applicabile alle caratteristiche di ogni singolo calciatore presente all’interno della rosa azzurra. Ma ancor più demoralizzante è che le difficoltà si incrociano anche e soprattutto al di fuori dal rettangolo di gioco. Sembra proprio che i calciatori, una volta terminato il lavoro in campo, non impieghino il loro “ritiro” svolgendo attività insieme, non si divertano, cosa che ogni singolo uomo di calcio e non, può ritenere fondamentale per la costruzione di complicità e coesione che trasmigra poi in campo. Quasi come se non avessero interesse a ricostruire un gruppo solido e coeso, come se non ci fosse fiducia tra loro e tutti fossero concentrati su loro stessi. Da qui, magari, la visione in campo di molteplici azioni individuali ed atteggiamenti egoistici, come se ognuno volesse dimostrare all’altro quanto vale. Sempre presente il vice presidente Edoardo De Laurentis, che si trova a raccogliere troppe lamentele non costruttive, continue richieste da parte dei calciatori relative alla struttura (che la società ) sta cercando di assecondare, facendo il possibile per rendere il “soggiorno” ed il clima disteso. Ulteriore domanda che sorge spontanea è che in tutta questa situazione, personaggi come i Direttori Sportivi, che, generalmente, sono i mediatori societari, non proferiscano parola. Resta da capire se per spontanea volontà o perché non venga loro concesso. Ancora ci sono troppi interrogativi e questioni non palesi, ma quel che appare chiaro dai fatti suddetti è che questo ritiro sia l’emblema di una corda ormai spezzata! In vista dei match contro Udinese prima, e Genk poi, quello che ci si può auspicare è che i protagonisti di questa vicenda adottino al più presto le migliori soluzioni per far sì che il Napoli torni finalmente a vincere!
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