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Inter, che disfatta nel Derby! Perché la squadra di Inzaghi è capitolata?

Prima o poi doveva succedere, ma probabilmente la sconfitta dell’Inter di ieri nel Derby di Milano è stata più pesante di quanto si potesse immaginare. Il vero problema della sconfitta dell’Inter è probabilmente da rintracciarsi in quella presunzione di fondo e in quell’approccio approssimativo che ha impedito alla squadra di Simone Inzaghi di giocare come sa.

È mancato tutto all’Inter, dal risultato in sé per sé all’attitudine mentale contro un Milan improvvisamente rigenerato nel momento di maggior criticità. La squadra di Paulo Fonseca ha dominato il Derby di Milano in lungo e in largo, con il punteggio che avrebbe potuto essere decisamente più pesante di quello che è effettivamente stato. 

Soltanto gli errori di Leao e le parate prodigiose di Sommer hanno impedito ai rossoneri di infliggere ai nerazzurri un passivo che li avrebbe sepolti rovinosamente. In sostanza, l’Inter è stata sostanzialmente irriconoscibile, in una serata che l’ha vista offrire la peggior partita dell’era Inzaghi.

Inter

Una difesa a dir poco irriconoscibile, e non solo per il gol di Pulisic

Non si può non partire da quello che è stato il vero punto critico della partita dell’Inter, ovvero una difesa sostanzialmente irriconoscibile per quelli che sono i suoi punti di forza.

Dal gol in serpentina di Pulisic a tutte le occasioni subìte nel corso della partita, il pattern è sempre stato lo stesso. La squadra di Simone Inzaghi è caduta vittima di un Milan maledettamente aggressivo grazie alle due punte, Alvaro Morata e Tammy Abraham, che hanno esercitato una pressione fortissima ed asfissiante contro la difesa a 3 dei nerazzurri.

Per la prima volta dopo tanto tempo, l’Inter è apparsa vulnerabile anche negli sviluppi della palla inattiva, com’è dimostrato dalla grave disattenzione difensiva della squadra nerazzurra in occasione del gol vittoria di Matteo Gabbia. Al netto dei meriti evidenti ed innegabili del classe ’99, è altrettanto corretto sottolineare come quel gol abbia messo a nudo delle disattenzioni difensive che la miglior versione della squadra di Inzaghi mai farebbe.

L’Inter è stata generalmente poco lucida e poco concentrata per quelle che erano le proprie possibilità e la fase difensiva non fa altro che mettere in mostra nuove ed inaspettate criticità di una difesa che si ritrova ad aver subìto 5 gol in questo avvio di campionato. Senz’altro la brutta coppia della splendida fase difensiva vista nello scudetto della seconda stella.

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Lautaro Martinez è ancora a secco, ma pure Thuram che partitaccia!

Un altro aspetto critico che si è intravisto nella partita di ieri sera è senz’altro rappresentato da Lautaro Martinez. Il suo problema non è nemmeno rappresentato dalla sua prestazione, che pure è stata nel complesso una delle poche degne di nota della partita di ieri sera per i nerazzurri, bensì il fatto che il Capitano dell’Inter non trovi più la via del gol da troppo, troppo tempo.

La situazione sta diventando insostenibile per l’attacco nerazzurro, che si ritrova a fare i conti con un giocatore che ancora non ha trovato la sua miglior condizione fisica. Anche Marcus Thuram è stato irriconoscibile, ancora di più di quanto si è visto da Lautaro. Se il Toro ha infatti avuto un ottimo acuto nella giocata per il gol del pareggio momentaneo di Dimarco, lo stesso non lo si può dire per il francese, che ha offerto una prestazione decisamente incolore.

C’è anche da dire che i cambi di Simone Inzaghi non hanno aiutato per niente, in quanto sostituire Bastoni con Carlos Augusto e la decisione di non provare il tutto per tutto con Taremi sono state due scelte decisamente poco fruttuose in un momento di così grande difficoltà per la squadra di Simone Inzaghi.

Lautaro Martinez Inter

Mkhitaryan ha fatto il suo tempo, urge sostituirlo

Un altro aspetto di fortissima criticità riguarda senza dubbio l’impatto che Henrik Mkhitaryan non riesce più a dare sul rettangolo verde. I 35 anni d’età si fanno già sentire e già nella seconda metà della passata stagione questo problema si stava intravedendo, seppur nascosto accuratamente da una squadra a dir poco perfetta a livello tattico.

L’armeno ormai non ce la fa più a regge le partite in cui è necessario salire di colpi a livello di ritmi di gioco e di intensità fisica. Il gol di Pulisic, straordinario per le qualità dell’americano e allo stesso tempo disastroso per la causa della difesa dell’Inter, è solo l’ennesimo capitolo di quelle situazioni in cui Mkhitaryan ha dimostrato negli ultimi tempi di non averne proprio più, nonché di aver fatto il suo tempo.

Non sorprenderebbe affatto la promozione alla titolarità di uno tra Davide Frattesi e Piotr Zielinski, ad oggi molto più prestanti dal punto di vista atletico e sicuramente maggiormente propensi dell’armeno a poter reggere una stagione intera. Il centrocampo nerazzurro deve essere ringiovanito, con Mkhitaryan che appare sin dall’inizio della stagione come l’anello debole della squadra di Simone Inzaghi.

Mkhitaryan Inter

L’atteggiamento è stato completamente da buttare

La sconfitta di ieri sera dell’Inter nel Derby di Milano non ha solo a che fare con una componente tattica. È mancata anche la tenuta mentale, con i nerazzurri che sin dalla prima offensiva del Milan sono apparsi in evidentissima difficoltà, incapaci di reagire per davvero al di fuori del gol di Dimarco.

Quello che si è visto non è l’atteggiamento di una squadra che deve difendere ed onorare lo scudetto dominato nella passata stagione, bensì quello di una squadra impaurita, che ha perso quelle che erano i suoi principali punti di forza dal punto di vista tecnico e tattico, e sarà necessario ricaricare le pile sotto tutti i punti di vista, affinché questa brutta sconfitta venga usata in modo costruttivo per ripartire.

L’Inter deve solo ringraziare di non averne prese addirittura quattro nella partita di ieri sera e mettersi in testa che giocando con un atteggiamento così molle, approssimativo e superficiale sarà impossibile bissare lo splendido trionfo della stagione precedente.

Barella Inter
Gabriele Gilli

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Gabriele Gilli

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