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Italia-Svizzera, sorpresa El Shaarawy? Ecco perché il Faraone può essere un’arma

La tensione all’interno dell’ambiente azzurro alle porte dell’ottavo di finale contro la Svizzera è tanta, e lo si percepisce anche dalle dichiarazioni dei giocatori in merito all’attenzione maniacale di Luciano Spalletti per l’aspetto tattico.

A parlare in occasione della conferenza stampa di ieri è stato infatti Stephan El Shaarawy, che ha avuto modo di dire la sua riguardo ciò che l’Italia non era riuscita a fare per larga parte della partita di lunedì sera contro la Croazia:

Il mister ci richiede molto palleggio e la verticalizzazione, cose che ci sono mancate con la Croazia. Gli esterni erano liberi e potevamo ricercarli meglio.

A confermare questo scenario tattico è il fatto che gli azzurri siano riusciti a sfruttare questi spazi in molte poche occasioni e che una di queste sia stata proprio il gol risolutivo di Mattia Zaccagni. Il gol del laziale arriva infatti da una percussione centrale di Riccardo Calafiori, capace di far collassare la difesa croata centralmente per liberare lo spazio per il compagno.

El Shaarawy, una risorsa preziosa per Spalletti

L’assenza di Calafiori per squalifica costringerà senz’altro Luciano Spalletti a ridisegnare tatticamente l’Italia per quelle che sono le sue principali soluzioni in fase offensiva. Mancheranno infatti gli inserimenti centrali da parte del centrale difensivo del Bologna e di conseguenza mancherà anche quella ricerca della verticalità della manovra in fase di possesso. Ciò potrebbe quindi portare Spalletti a considerare l’idea di impiegare Gianluca Mancini, uno dei più efficaci in fase di palleggio.

Ad entrare in gioco – molto probabilmente a partita in corsa – vi sarebbero inoltre le caratteristiche di Stephan El Shaarawy, un calciatore dotato di un’ottima duttilità tattica non soltanto dal punto di vista dei ruoli (può giocare come esterno a tutta fascia e da ala), ma anche per quanto riguarda i compiti che può ricoprire.

In occasione della conferenza stampa di ieri, infatti, il Faraone della Roma ha evidenziato alcuni aspetti tattici in cui può senz’altro dare il suo contributo a partita in corso:

Il mister ci chiede molto di cercare il palleggio più che la verticalizzazione, fraseggiare con gli interni per poi andare sugli esterni. Con la Croazia gli esterni erano liberi, magari potevamo cercarli subito con un passaggio in meno. Ma abbiamo sempre cercato di fare quello che ci ha chiesto il mister. Io sono sempre pronto per fare un po’ tutto, negli allenamenti il mister mi ha provato esterno alto a sinistra e a destra, quarto di centrocampo e quinto. Mi sono dovuto adattare alle esigenze del mister come ho fatto alla Roma. Anche giocando poco si può essere decisivi come è stato Mattia. Per cui dobbiamo farci trovare pronti, con la coscienza sono a posto perché sto lavorando bene per essere pronto e a disposizione.

A rappresentare un aspetto cruciale potrebbe essere l’intesa che già ha avuto modo di formare insieme a Lorenzo Pellegrini in giallorosso negli ultimi anni. Inoltre, El Shaarawy risulta fortemente maturato nei fraseggi con gli interni di centrocampo grazie al modo di giocare che Daniele De Rossi ha proposto in giallorosso dal suo approdo a metà stagione.

Lorenzo Pellegrini festeggia con Stephan El Shaarawy il gol al Bologna (ph. Image Sport)

Secondo le statistiche riportate da FootData in merito alla sua ultima stagione di Serie A, El Shaarawy risulta particolarmente efficace nella precisione dei passaggi complessivi, che si aggira sull’86,15 %. Non risulta altrettanto efficace dal punto di vista dei passaggi verticali (69,19 %), ma rimedia nel dribbling, una voce statistica in cui risulta essere tra i migliori a disposizione di Spalletti insieme a Chiesa e Zaccagni

Zaccagni è il migliore degli azzurri nei dribbling, con una percentuale che si aggira sull’81,38 % (su un campione di 188 tentati). Anche Chiesa risulta molto efficace in questo aspetto del suo gioco, con una percentuale di riuscita del 77,54 % (su 187 tentati). Ad essere notevole è quindi l’efficienza del dribbling di El Shaarawy, che si aggira sul 79,37 %

E se è vero che ha avuto a disposizione meno tentativi di Zaccagni e Chiesa (ne ha provati 63 nella sua ultima stagione di Serie A), è altrettanto giusto sottolineare che il minutaggio non sia stesso dei suoi pari ruolo. El Shaarawy ha infatti disputato 1836 minuti, il corrispettivo di circa 20 partite effettive, ovvero un minutaggio nettamente inferiore a quelli di Zaccagni e Chiesa che sono titolari nelle loro rispettive squadre.

Silvan Widmer, il bersaglio di El Shaarawy

Un altro aspetto che può risultare cruciale per quanto riguarda la partita di sabato riguarda l’avversario diretto che El Shaarawy si ritroverebbe ad affrontare in uno contro uno. Il terzino destro della Svizzera risponde al nome di Silvan Widmer, interprete accasato ad oggi con il Magonza.

Secondo i dati di FootData, il terzino destro degli elvetici non risulta particolarmente brillante quando deve affrontare quei giocatori molto abili nell’uno contro uno, avendo vinto soltanto il 16,90 % dei duelli difensivi. Inoltre, in occasione della partita di domenica contro la Germania, gli elvetici hanno generalmente sofferto i confronti diretti con Jamal Musiala, uno dei calciatori più forti in assoluto nei dribbling.

Ciò può quindi portare a pensare che l’impiego di Stephan El Shaarawy possa essere un ulteriore valore aggiunto alla squadra di Luciano Spalletti, che potrebbe fare affidamento su un altro giocatore capace di creare vantaggio e superiorità numerica in attacco.

I trascorsi con Spalletti che fanno ben sperare

L’ultimo aspetto da considerare, per nulla marginale in merito alla fiducia che può avere El Shaarawy quando (e se) verrà impiegato, riguarda le stagioni vissute sotto la guida di Luciano Spalletti alla Roma.

Spalletti Italia

Quando era stato allenato dall’attuale c.t. azzurro, infatti, Stephan aveva messo insieme, secondo i dati di WhoScored, 16 gol e 6 assist in 2830 minuti complessivi giocati (il corrispettivo di circa 31 partite) in un anno e mezzo di Serie A tra il gennaio 2016 e il maggio 2017. 

Ciò può risultare il nettare per il Faraone, che proprio a Spalletti deve la rinascita, dopo gli infortuni continui che lo avevano allontanato dal Milan e che sembravano sul punto di stroncargli anzitempo le prospettive di carriera.

 

Gabriele Gilli

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Gabriele Gilli

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