Nel momento indubbiamente migliore e piĂą ottimista degli ultimi due lustri di storia del Bologna, permettetemi di fare, come da programma, la parte del “maigoduto”. Li conosciamo giĂ , i partenti designati della prossima estate. Si tratta di Stefan Posch e Lewis Ferguson (che ha un erede “naturale” in Fabbian). I primi vagiti di quella ondata sartoriana che ha ridato credibilitĂ alle sorti rossoblu. E che Thiago recuperò dal fondo del famoso “bidone del rusco”, rendendoli pilastri fondamentali della sua creatura. Credo che sarĂ così, e credo anche che ciò diventi inevitabile – ma speriamo non perenne – giacchè i puntelli debbono rimanere piĂą di due anni. Sennò non dai mai alcuna continuitĂ .Â
Se poi proprio vogliamo traguardarci a un obiettivo temporale più vicino, diciamo che gli spiccioli di mercato restanti – e/o gennaio – possono consentire di collocare gli esuberi ma anche di poter pensare a un’operazione su Orsolini, che ho come la sensazione che esuli un filo dal percorso tecnico mottiano, benchè non vada dimenticato che il goleador dell’anno scorso è stato lui.
Tutte robe che danno all’allenatore una certezza di maggiore allenabilità della rosa, altrimenti ipertrofica, e al club meritato respiro sul piano economico. Avendo peraltro formato un roster tutto sommato completo, a patto che “Zorro” faccia assist ma segni anche – come del resto sta capitando – e i centrocampisti vocati al gol (modello Fabbian), pure. E che si mantenga quel tentativo “alto” di riconquista della palla. La gente segue davvero con affetto. Credo che i 20.000 di Bologna-Cagliari siano un record di presenze in un match media vs. piccola.
Guardate che non era affatto certo che il risultato fosse così virtuoso, almeno nelle premesse; non avendo comprato fuoriclasse. vanno tutti valutati sul campo, tranne Remo, di cui conosciamo la barca: solida e datata, ma è bello essere usciti da due altri dogmi. Comprare solo giovani “plusvalenzabili”. Non prendere prestiti. Due robe totalmente incomprensibili degli anni passati. Due vincoli “propagandistici”, rapportati al famoso progetto, che – unitamente a risorse limitate -hanno inibito la crescita.
Acqua passata, però dal dopo Lecce in avanti (quando era tutta colpa di Beneforti e dei “cattivoni” dei giornali…ah no, si son sbagliati) le tensioni sono state alte, i toni salivano, la preoccupazione esisteva e pure l’insofferenza reciproca. Poi d’improvviso, il mite e artistofilo Sartori – uno che veniva a Bologna a guardare mostre, in questo uguale a Corvino – ha fatto uscire dalle secche il rapporto col tecnico e dalla pluma Saputo. Che io trovo positivamente cambiato, e mi voglio spiegare, ma prima intendo elogiare il capolavoro personale di Claudio Fenucci, che sugli spalti dello Stadium intuisce che Di Bello gli confeziona l’occasione della vita, cioĂ© renderlo legittimamente leone, e restituisce la tessera della DC (specifico per chi legge in fretta: sto scherzando). Fenucci anti arbitri indispettisce Allegri – altro titolo di merito per i nostri tifosi – e alza il diapason del consenso popolare. A ottobre si rifa il Cda? Sì, è vero. Credo con buona parte degli interpreti confermati. Le cose nella vita cambiano, anche in fretta e spesso, tenetelo sempre presente. Â
Torno per un attimo sulle scelte di mercato. Ricordo le corrispondenze da Valles dei giovani inviati tv: “Per Bernardeschi è quasi tutto fatto”. Ma non hanno alcuna colpa, i colleghi junior: è il mercato che è così. A Motta sconfinferava il giusto ed è rimasto là . Così come alberga ancora a Verona il contropiedista Ngonge, il cui trasferimento Sartori aveva definito con Setti – può giocare anche in mezzo – e che Thiago ha respinto al mittente. Il sottoscritto ha preso un granchio, certo. Se si può, passiamo oltre.
Saputo, dicevamo. Più presente, meno distratto, un pungolo indispensabile, a conti fatti più munifico. Da un proprietario “sul pezzo” (e dall’abbandono degli slogan: il progetto, Fire and Desire, ecc.ecc.) non abbiamo altro che da guadagnare e, come diceva Nino Manfredi (l’attore, eh, né l’allenatore, né il giornalista) “fusse ca fusse…”
Ultima atout, non ultima in termini di valore, la buona sorte. Sarebbe sembrato di no, dati i legni di Karlsson e Orso, ma in realtĂ la rapinosa “rubacchiata” di Fabbian ci dĂ una bell’iniezione di self-confidence.Â
90-60-90. No, cosa avete capito. Il minuto. I punti. La paura (degli altri).Â
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