NEI GIORNI SCORSI SONO USCITE LE DISPOSIZIONI DELLA REGIONE LAZIO CHE RECITANO:
2. Le attivitĂ sociali, economiche e istituzionali operano adottando tutte le generali
misure di sicurezza relative allâigiene personale e degli ambienti e del distanziamento
fisico, nonchĂŠ le seguenti specifiche misure di protezione e contenimento del
contagio:
a. misure definite, per singola tipologia di attivitĂ , nelle Linee guida per la riapertura
allegate alla presente ordinanza;
b. misure contenute nel "Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il
contrasto e il contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di
lavoro" sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali, successivamente
integrati in data 24 aprile 2020.
RISULTA CHIARO A MOLTI CHE FRA RAGAZZI NON SARAâ POSSIBILE MANTENERE LE DISTANZE SUPERIORI
AD UN METRO. DUNQUE COSA PREVEDE IL SU CITATO PROTOCOLLO CONDIVISOâŚ
âqualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro
e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario lâuso delle
mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, .., ecc)â
DUNQUE LE MASCHERINE DA SOLE NON SONO SUFFICIENTI.
NON SI CAPISCE PERCHEâ IN TUTTA LâORDINANZA SI FACCIA RIFERIMENTO SOLO A MASCHERINE. QUESTO
Eâ INSUFFICIENTE SOPRATTUTTO OVE LâUTILIZZO SIA OGGETTIVAMENTE COMPLESSO (FACCIAMO
RIFERIMENTO AI RAGAZZI E ALLE PERSONE ANZIANE MA â DATA LâATTENZIONE GENERALE NEI CONFRONTI
DELLA SICUREZZA DI OGGI â POTREMMO ESTENDERLA AD ALTRE CATEGORIEâŚ). NEL CASO QUALCUNO NON
USI LA MASCHERINA (O LA USI MALAMENTE) PER GLI ALTRI CI VOGLIONO GLI OCCHIALI.
IL CONTAGIO COME RECITANO LE STESSE DISPOSIZIONI REGIONALI IN PIUâ ARTICOLI AVVIENE TRAMITE
DROPLETS. ALLORA PERCHEâ NON RISOLVERE IL PROBLEMA CON QUELLE CHE IN PIUâ PARTI SI INVOCANO:
LE BARRIERE ANTI DROPLETS. LA PIUâ SEMPLICE, NON FISSATA AD UN TAVOLO, MA ANZI QUELLA CHE SI
MUOVE CON NOI ESSENDO UN DPI Eâ LO SCHERMO O VISIERA FACCIALE (SE CERTIFICATA ANTI DROPLETS).
E ALLORA PERCHEâ POI INVECE ACCETTARE QUELLE FISSE CHE NON SONO NEMMENO CERTIFICATE.
QUESTI DPI (LE VISIERE FACCIALI) VENGONO CONSIDERATI DALLâORDINANZA REGIONALE DEL LAZIO PER I
MAESTRI NEI CORSI PROFESSIONALI (NON SI CAPISCE PERCHEâ NEGLI ALLIEVI NON SIANO PREVISTI, NDR).
ALLORA PERCHEâ NON ESTENDERE TALE DISPOSITIVO DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ANCHE AI CENTRI PER
LâINFANZIA E ALLE SCUOLE. I RAGAZZI POTREBBERO USARE LE BABY MASKS (VISIERE FACCIALI A NORMA
CE) E NON AVREBBERO PIUâ PROBLEMI A RELAZIONARSI, NEâ SI DOVREBBERO FARE NUOVE AULE O
UTILIZZARE PALESTRE ALLO SCOPO.
INOLTRE SONO IGIENICHE POTENDOSI SANIFICARE CONTINUAMENTE, SONO UTILIZZABILI DA CHIUNQUE
SENZA PROBLEMI (SONO INDICATE ANCHE A CHI ABBIA PROBLEMI POLMONARI, CARDIOLOGICI, ANEMIA
ECC⌠INDIVIDUI CHE INVECE NON POSSONO USARE LE MASCHERINE). FACCIAMO NOTARE CHE NELLA
STESSA ORDINANZA DELLA REGIONE LAZIO NELLâARTICOLO SUI CENTRI PER GLI ANZIANI SI SCRIVE:
âLâutilizzo di mascherine a protezione delle vie respiratorie è obbligatorio in tutti i
locali chiusi e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire
continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale, con
lâeccezione delle persone con disabilitĂ non compatibili con lâuso continuativo della
mascherina e soggetti che interagiscono con i predettiâ.
NON VIENE DATA ALCUNA SOLUZIONE PER COLORO I QUALI NON POSSANO UTILIZZARE
CONTINUATIVAMENTE LA MASCHERINA (DA NOTARE CHE ANCHE NEGLI ADOLESCENTI E NEGLI ADULTI
TALORA ESISTONO LE STESSE CONTROINDICAZIONI)
INOLTRE COME NOTA PER I RESPONSABILI DEI CENTRI ESTIVI, SCUOLE E CENTRI PER GLI ANZIANI, NON SI
PENSI CHE SEGUENDO LE SCARNE DIRETTIVE PREVISTE NELLâORDINANZA SIATE TUTELATI.
INFATTI LâALLEGATO A (DELLA STESSA ORDINANZA): Linee Guida âSERVIZI PER LâINFANZIA E
LâADOLESCENZAâ â MODELLO PER COMUNICAZIONE DI AVVIO ATTIVITĂ, RECITA :
âLe attivitĂ sono svolte nel rispetto delle vigenti disposizioni nazionali e regionali in
materia, anche con specifico riferimento alle misure di contenimento del contagio da
COVID19â. (LA RESPONSABILITAâ Eâ IN CAPO AL GESTORE, DAL PUNTO DI VISTA NORMATIVO, SI TORNA
QUINDI AL PROTOCOLLO CONDIVISO, QUELLO CHE PREVEDE ANCHE GLI OCCHIALI)
CON IL MASSIMO RISPETTO PER CHI STA PASSANDO LE NOTTATE A TROVARE LE SOLUZIONI PER QUESTA
ITALIA IN CRISI ANCHE CON FORTI RESPONSABILITĂ, NON SI PUĂ NON NOTARE LA TOTALE INAPPLICABILITĂ
SIA PER I RAGAZZI CHE PER LE SCUOLE, DI QUANTO PREVISTO NELLE NORME PER I CENTRI ESTIVI (SEMPRE
ORDINANZA DELLA REGIONE LAZIO DEL 2 LUGLIO) CHE RIPORTIAMO SENZA COMMENTO.
âPrevedere, come previsto per tutti i servizi per infanzia e adolescenza, la
composizione dei gruppi di bambini il piĂš possibile stabile nel tempo, evitando
attivitĂ di intersezione tra gruppi diversi, mantenendo, inoltre, lo stesso personale a
contatto con lo stesso gruppo di minori.
Il rapporto tra personale e minori è lo stesso indicato per i servizi per lâinfanzia e
adolescenza.
Le aree comuni, dove possibile, devono essere riorganizzate per favorire il rispetto
della distanza interpersonale raccomandata. Ă necessario promuovere e facilitare il
rispetto di tale misura in particolare negli ambienti chiusi, e favorire la
differenziazione dei percorsi allâinterno delle strutture, con particolare attenzione alle
zone di ingresso e uscita delle aree comuni. Si suggerisce, a tal proposito, di affiggere
dei cartelli informativi e/o di delimitare gli spazi (ad esempio, con adesivi da
attaccare sul pavimento, palline, nastri segnapercorso, ecc.), responsabilizzando e
coinvolgendo bambini e ragazzi compatibilmente alla loro etĂ e al grado di
autonomia.
Lâorganizzazione delle camere deve consentire il rispetto della distanza
interpersonale, in particolare garantendo una distanza di almeno 1,5 m tra i letti (o 1
m fino a 11 anni di etĂ ). I letti e la relativa biancheria devono essere ad uso singolo.
Per quanto riguarda i bagni, ad uso collettivo, si raccomanda di prevedere
unâorganizzazione anche su turni in base agli spazi, che eviti gli assembramenti ed in
particolare lâintersezione tra gruppi diversi.
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