Scartabellando tra vecchi archivi, recentemente ho rinvenuto uno scritto “di pugno” ispirato dal vedere gareggiare in pedana proprio lei, Mara Navarria, friulana doc ma prima di tutto donna unica per schiettezza, tenacia e carica di energia. Lo scritto recitava pressappoco così :
Un attimo di silenzio,
impregnato di forte tensione,
precede in pedana un sordo rumore di rapidi passi.
Con un affondo improvviso
la spada,
mossa da mano sapiente ed istintiva,
in quell’ istante pensato, immaginato e impietosamente voluto
scivola nell’aria gelidamente ferma
per colpire quel punto preciso
mentre il corpo in tensione scarica tutta l’energia in quell’ultimo assalto.
Il verde è acceso,
l’avversario battuto,
la tensione in un attimo svanita.
Ma oltre a quell’ultimo grido di gioia, rimane indelebile,
scalfito con scalpello su pietra,
quel preciso momento in cui l’adrenalina ti ha percorso le vene
regalandoti quell’emozione indimenticabile
che solo il sapore della vittoria sa lasciare dentro di te.
A Mara atleta e mamma, a Diego ed Emanuela. Grazie!
Ebbene sì, oggi riconosco sempre più Mara come mamma innamorata di quel calore familiare che tutti i giorni, con orgoglio, dedizione e spirito di sacrificio, l’accompagna verso ogni conquista sportiva e di vita. Mara Navarria, è spadista della nazionale italiana di scherma, attualmente numero otto del ranking mondiale. È un concentrato di energia che raccoglie in sé la forza di un carattere fermo e deciso, fatto di sguardi impetuosi e determinati frutto di costante allenamento e fiducia nelle proprie capacità. Nascono così, dietro quella maschera storie fatte di azioni imprevedibili, improvvise ma guidate sempre da quella forza straordinaria che la conduce sempre alla ricerca dell’eccellenza. Oggi è proprio lei, reduce dalla splendida vittoria a squadre di ieri a Nanchino (Cina), e già qualificata per la sua terza volta alle Olimpiadi, a farci riscoprire in questa intervista esclusiva, il suo modo di essere atleta professionista ma anche donna attenta e delicata e prima di tutto madre.
Nasce il 18 luglio 1985 a Udine, in Friuli-Venezia Giulia, si allena a scherma Treviso con il suo Maestro Roberto Cirillo e vive a Carlino con suo marito Andrea Lo Coco, preparatore fisico, e Samuele, 11 anni ad aprile. Ha una laurea specialistica in scienze motorie e ha frequentato durante il biennio 2020/2021 un master in Marketing Sportivo. Inizia a tirare di scherma intorno ai 10 anni, come sport invernale alternativo alla canoa e non smette più, ottenendo una serie importantissima di successi individuali e a squadre. Oggi, atleta professionista, fa parte del Centro Sportivo Esercito. Nel corso della sua carriera, a livello individuale, oltre al bronzo olimpico di Tokyo 2021 nel 2018 si è laureata campionessa del mondo di spada, vice campionessa europea a Plovdiv nel 2023, ha vinto la Coppa del Mondo di specialità nel 2018 e quattro titoli nazionali ottenuti nel 2010, 2012, 2016 e 2023. Reduce dall’estate 2023 straordinaria con due medaglie ai Campionati Mondiali di Milano (bronzo nella gara individuale e argento a squadre), l’argento ai Campionati Europei e il bronzo a squadre ai Giochi Europei di Cracovia non sembra proprio intenzionata a fermarsi. A 38 anni compiuti, domenica 11 febbraio 2024, durante la tappa di Coppa del Mondo di Barcellona assieme a Rossella Fiamingo, Giulia Rizzi ed Alberta Santuccio, Mara ha vinto l’oro a squadre di Spada con l’Italia del CT Dario Chiadò conquistando contestualmente la qualificazione alle olimpiadi di Parigi 2024, battendo in finale 22-21, alla priorità, la quotatissima squadra della Corea del Sud, prima del ranking FIE e prima del ranking olimpico. Così commentava a caldo:
Questa medaglia è il frutto di tanto lavoro, tanta dedizione, tanta fatica ha dichiarato dopo la gara Mara Navarria. Ognuna di noi oggi ha dato il massimo per raggiungerla. Barcellona è sempre stata un luogo speciale, oggi circondata dalla mia squadra, dalla mia famiglia e dagli amici è stato ancora più bello. La Corea del Sud è una squadra difficile e tosta, che ci ha tanto filo da torcere ma la nostra voglia e la nostra esperienza ci hanno ripagato. Da domani, di nuovo al lavoro insieme, per arrivare pronte a luglio
Chi è Mara Navarria?
Mara è una donna e un’atleta ma sempre di più di #mammaatleta, visto che Samuele è alle soglie dell’adolescenza e il sostegno, mio e di mio marito, è sempre più importante
Che ruolo ha giocato la sua famiglia di origine agli inizi di questo meraviglioso percorso sportivo che l’ha condotta fino a qui?
La famiglia ha svolto un ruolo fondamentale, mi ha fatto avvicinare allo sport nel modo giusto come stimolo e come elemento educativo, di crescita e di divertimento. Quando è stato il momento poi mi ha sostenuto anche nella carriera professionistica e in tutto il mio percorso, di donna e di atleta, che fossi lontana o qui in Friuli, come negli ultimi anni.
Com’è nato l’amore per la spada? È Mara che ha incontrato la spada o la spada che ha incontrato Mara?
È stata la spada a trovare me. Ho iniziato a fare scherma a 10 anni a San Giorgio di Nogaro, con le mie sorelle, Grazia e Caterina, e mio fratello Enrico. Facevamo tutti sciabola, perché il mio maestro Dario Codarin era uno sciabolatore. La spada è arrivata dopo
Come ha vissuto il passaggio emozionale nel preciso momento in cui si è accorta di non essere solo una semplice atleta ma di essere diventata una campionessa?
Non ho avuto un momento preciso in cui mi sono accorta di essere una campionessa, è stato un crescendo: podi, vittorie. Quando ho iniziato a fare sei podi su otto gare in coppa del mondo ho capito che ero un’atleta con la A maiuscola. Piano piano è cresciuto l’impegno e anche il divertimento. Entrare poi giovanissima nel Centro Sportivo dell’Esercito è stata una grande opportunità e mi ha fatto capire che la scherma poteva diventare il mio futuro. Sono davvero orgogliosa di rappresentare l’Esercito nelle mie competizioni
Quali caratteristiche mette sul piatto oggi Mara per continuare a competere a questi livelli?
Dall’alto dei miei 38 anni, tantissima esperienza, che nella scherma è preziosa, anche se esperienza significa anche responsabilità. In questo mi aiutano molto sia l’allenamento mentale sia la parte tecnica per cui ringrazio i miei maestri Dario Codarin (il primo), Oleg Puzanov e Roberto Cirillo, fondamentali nel mio percorso. Tecnica e tattica sono due compagne fedeli e con Oleg e Roberto sono state e sono di altissimo livello
Una campionessa del suo livello, nelle gare di alto profilo sportivo parlando di mondiali, europei, olimpiadi, può incontrare ancora nuove e inaspettate difficoltà o tutto è sempre calcolato nel minimo dettaglio?
Nelle grandi sfide è calcolato tutto nel minimo dettaglio, però ci sono ancora cose da imparare anche per me: ci sono diverse avversarie e nuove situazioni, quindi bisogna riorganizzare il pensiero e le azioni quando serve, anche se mentalmente la base è uguale per tutti gli assalti
C’è posto per l’emozione durante una gara mondiale?
Le emozioni sono la caratteristica principale delle gare, quel quid in più che non trovi durante i lunghi allenamenti fisici, tecnici o mentali. Le emozioni sono uniche, difficili da replicare durante l’allenamento. Quindi ogni atleta deve essere in grado di riconoscerle e di gestirle, soprattutto in uno sport come la scherma in cui la mente influenza il gesto tecnico
Come si concentra prima di una gara e come scarica la tensione?
In una giornata di gara parto da un’attivazione mentale, poi fisica e utilizzo la respirazione come mezzo per capire come mi sento, prima di scendere in pedana. Cerco di entrare in una connessione profonda con il mio corpo in modo da gestire la tensione
Come si prepara una spadaccina durante l’anno a livello mentale per affrontare una competizione come una olimpiade?
La scherma è 30% preparazione fisica, 30% preparazione mentale e 30% preparazione tecnica. Insieme al mio team lavoriamo per coprire con la giusta tempistica queste tre aree di lavoro: con Andrea Lo Coco, mio marito e preparatore, pianifichiamo in base al programma delle gare la preparazione fisica; con Alessandro Vergendo e Rosarita Gagliardi inseriamo il lavoro in piscina, in apnea, insieme alle sedute di allenamento mentale; mentre con Roberto Cirillo, di settimana in settimana, lavoriamo sulla tecnica e sulla tattica, in pedana e fuori pedana. In questo aggiungo il lavoro in sala scherma, a Treviso, ovvero tanti assalti per testare le soluzioni tecniche e tattiche viste insieme a Roberto. Ma non è finita qui perché è importante anche il recupero e la fisioterapia, oltre che avere sempre il giusto piano alimentare rispetto al carico di lavoro fisico. Per prepara un’Olimpiade, come vedi, non serve solo un singolo atleta ma un intero team, che ti supporta e ti sostiene
So che è appassionata di apnea. Come si interfaccia l’acqua con la scherma?
Mi piace l’apnea e lavorare in acqua perché la piscina per me è un luogo dove allenare lo stress, avere più consapevolezza di me stessa e del mio corpo, riavvicinandomi ai gesti più puri della scherma. Uso l’acqua, che adoro, per migliorare la mia performance fisica e mentale ma non sarei mai in grado di essere una nuotatrice: per seguire la linea nera sul fondo ci vuole una fortissima forza mentale.
Anni fa in un’altra intervista le feci alcune domande che vorrei riproporle: qual è stata, sino ad oggi la gara più emozionante?
Rimane sempre la gara di Tallin, novembre 2017, in cui ho vinto contro avversarie toste. La definirei la gara perfetta
Quale la medaglia più combattuta?
La medaglia più combattuta è stato il bronzo olimpico a Tokyo 2021, nella semifinale per il 3-4 posto contro la Cina che io, Rossella Fiamingo, Alberta Santuccio e Federica Isola abbiamo vinto. La più combattuta e la più desiderata
Quale l’avversario più difficile da battere?
Sono sempre io, me stessa.
In passato, in particolare dopo le gare di Doha nel 2022 ha subito un’operazione al ginocchio che l’ha tenuta lontana per un po’ dalle pedane. Come vive un’atleta del suo livello un momento così difficile e come lo supera?
Purtroppo è la routine di un’atleta professionista, anzi mi ritengo fortunata perché a 38 anni ho subito solo un intervento. Lo sport logora il fisico, consuma le cartilagini e irrigidisce le articolazioni a causa dei gesti ripetuti, tante volte e tutti i giorni. Ho superato questo momento di difficoltà con il lavoro e con la voglia di tornare in pedana e, nella pratica, grazie ad uno staff medico super, all’Esercito e al mio team, che non hanno mai smesso di supportarmi nelle settimane dopo l’operazione
L’estate 2023 l’ha vista primeggiare in diverse gare a livello nazionale ed internazionale regalandole grandi successi. Ora, a distanza di mesi cosa rimane di quell’esaltante momento di forma fisica e di successo? C’è un ricordo di quel periodo particolare che le affiora in maniera più marcata rispetto ad altri?
La scorsa estate è stata splendente con un bottino di sei medaglie tra italiani, europei e mondiali. Sono arrivata a giugno in un’ottima condizione fisica e soprattutto mentale. È stato un ottimo lavoro di pianificazione, non sempre si riesce ad essere così esplosivi e performanti. Le vittorie dell’estate sono state un carburante prezioso per i mesi successivi, ricordi che riaffiorano nei momenti di difficoltà e di fatica. Il mondiale di Milano è stato un mondiale in cui mi sono sentita a casa, circondata dalla mia famiglia, dal mio team, dai miei amici e da tantissimi tifosi che sono venuti a tifare per me. Ecco, noi non siamo sportivi abituati al tifo e alle grandi folle, ma a Milano ho sentito questa forza a fondo pedana e questo è il ricordo che non posso dimenticare
A 38 anni, dopo questo percorso sportivo d’eccellenza, che Mara dobbiamo aspettarci in questo 2024, e come vede il suo futuro?
Dopo la scorsa estate ho deciso di continuare e di affrontare la qualifica olimpica. È difficile rimanere sempre concentrate e settate, ogni tanto le motivazioni scemano, ma l’obiettivo è alto e allettante: nel mio futuro c’è prima di tutto la mia terza Olimpiade e la voglia di andare a prendermi un’altra medaglia. Nel mio futuro fuori dalla scherma mi vedo sicuramente con il sorriso, ho dedicato tanto tempo alla pedana e quando sarà il momento mi impegnerò in altro, grazie anche ai miei studi e ai miei interessi. Ho diversi progetti in mente. Da 29 anni sono in pedana, sono stati anni tosti oltre alle medaglie ci sono state cadute, abbandoni e lacrime. La fine della mia carriera da atleta sarà solo un pezzetto della mia vita di donna, di mamma e moglie ma ci metterò tutta la grinta e la voglia di vivere che ha caratterizzato la mia carriera sportiva
Dal 26 luglio all’11 agosto 2024 Parigi ospiterà i XXXIII Giochi Olimpici Estivi, cosa potrà rappresentare oggi questo appuntamento per Mara? Un nuovo inizio o un arrivo?
Sarà la mia terza olimpiade, un momento importante. Lavorerò con l’Esercito e con il mio team per arrivare al top della forma e per provare ancora una volta quanto mi diverto in pedana, per me stessa e per l’Italia
Come nasce la rubrica “Joibe a cjase mè” dal friulano “giovedì a casa mia” e cosa rappresenta per lei?
La rubrica social “Joibe a cjase mè” nasce durante il periodo del Covid: sono rientrata in Friuli Venezia Giulia, dopo 15 anni tra Roma e Rapallo, a Carlino nel mio paese natale. Con il mio team è nata l’idea di raccontare la mia vita, le tradizioni di casa, i luoghi, i sapori della mia terra e così ho iniziato con questo appuntamento settimanale, ogni giovedì. Mi piace condividere con i miei follower l’aria forte ed energica che si respira nella mia Regione e sono contenta perché in tanti mi rispondono e vanno nei posti che consiglio. Il giovedì poi mi piace, è il giorno in cui sono nata il 18 luglio 1985
Sogno nel cassetto?
I sogni si realizzano, quindi mettiamoci in tasca questo biglietto per Parigi e allez, en garde
Se dovesse dare un consiglio alle giovani promesse della scherma?
In realtà è un consiglio per tutti i giovani: investite tempo ed emozioni nelle cose che vi piacciono. Sport, musica, arte. Scegliete qualcosa e mettetevi in gioco, quindi abbandonate il divano e i social, è difficile ma l’impegno ripaga
Grazie a Mara per la disponibilità, a Giulia per l’assistenza e al Ministero della Difesa – Esercito Italiano per la collaborazione.
Credits photo Bizzi Team
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