Doveva essere una vera e propria rivoluzione, la soluzione a tutti gli annosi problemi del calcio e alleviare il mal di pancia del lunedì dove centinaia di trasmissioni vivono e sopravvivono sull’onda degli errori o presunti torti arbitrali. Per rimanere a galla e cancellare una volta per tutte sospetti e idee di complotto, il VAR era un elemento imprenscindibile che avrebbe catapultato il calcio italiano nel futuro, avanti anni luce da quella semplice moviola che non metteva mai d’accordo nessuno. E invece come per incanto dopo qualche anno anche il VAR ha già miseramente fallito, o meglio non ha accontentato i perfezionisti, saziando invece ancora di più polemici e detrattori della tecnologia, che come accade a volte peggiora le cose. Anche oltremanica qualcuno inizia a storcere il naso, in Inghilterra storicamente dopo la partita ci si rifocilla nei pub, perché passare il tempo a parlare di arbitri anziché ritrovarsi a bere con gli amici?
Dalla terra di Albione però iniziano a serpeggiare dubbi e perplessitĂ sulla tecnologia, lo Chief Football Officer della Premier League, Tony Scholes, nei giorni scorsi ha fatto piĂą di una riflessione a voce alta, iniziando a mettere in dubbio il VAR. La tecnologia rovinerebbe l’esperienza dei tifosi all’interno degli stadi.Â
L’esperienza VAR all’interno dello stadio per i tifosi è scarsa. Influisce sul divertimento e sappiamo che deve cambiare. La mia opinione personale è che siamo in un viaggio e che arriveremo a un punto in cui video e audio saranno trasmessi dal vivo e poi riprodotti in seguito per spiegare la decisione“.
“Siamo vincolati dall’IFAB. Sono stati molto chiari al momento: non possiamo usare l’audio. Continueremo a fare pressione su di loro per arrivare a un luogo in cui il VAR sia più aperto, trasparente e informativo possibile per i tifosi“.
“Il VAR è stato fin qui al centro di polemiche da parte degli allenatori della Premier League, fra cui Roberto De Zerbi ma anche Jürgen Klopp e Mikel Arteta. Si richiede maggiore trasparenza, inclusa la pubblicazione degli audio nei normali programmi televisivi“.
Dall’Inghilterra fanno dunque sapere che stanno lavorando per cercare di rendere il prodotto VAR ancora più trasparente, per ridurre al minimo perdite di tempo inutili e perfezionare un sistema tecnologico che ad oggi ha funzionato solo a metà . Dunque non sono in Italia ma anche oltremanica, l’aiuto in video ai direttori di gara crea discussione e polemica.
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