Il Milan ha scelto Fonseca per la propria panchina. Il tecnico portoghese, nella passata stagione, ha fatto un buon campionato con il Lille, qualificandosi ai preliminari di Champions League visto il quarto posto in classifica. Ma fin dall’inizio della trattativa con l’ex tecnico della Roma, il tifo rossonero si è scagliato contro di lui, reo di non avere il physique du rôle per sedere sulla panchina di uno dei club più leggendari al mondo. Il profilo più adatto era considerato quello di Conte, andato al Napoli, ma la dirigenza non ha mai avvicinato il tecnico leccese. Per questo vengono ad alimentarsi tutta una serie di riflessioni su dirigenza e proprietà.
Se si guarda al curriculum di Fonseca, tra i tecnici che si sono seduti per la prima volta sulla panchina rossonera, l’ex Lille è uno dei più vincenti per numero di trofei. Ma i numeri sono importanti fino ad un certo punto, perchè poi bisogna contestualizzare il tutto. E se è vero che Fonseca è un allenatore che ha vinto, è altrettanto vero che il tecnico portoghese lo ha fatto in campionati non al livello dei quattro-cinque più importanti e difficili d’Europa.
Questo non vuol dire che il giudizio su di lui va dato a priori. Perchè la stagione deve ancora cominciare e Fonseca è già stato bollato come ‘inadatto’. Semmai, bisogna chiedersi, qual è la vera ambizione della società rossonera. L’impressione, ad oggi, è che si pensi più ai conti che ai trofei. E la comunicazione sul tema è stata poco chiara. Frasi sibilline e mai nette, che hanno reso l’ambiente polemico nei confronti di Cardinale e dei suoi dirigenti. E questo non solo ha reso la società debole agli occhi esterni, ma rischia di compromettere la stagione al primo risultato negativo della squadra – senza dimenticare, tra le altre cose, il pasticcio Lopetegui.
Il Milan, come detto, ha deciso di optare per il profilo di Fonseca. E se da un lato la società aveva i suoi profili tra quelli papabili, i tifosi avrebbero voluto altro. E quell’altro aveva un nome ed un cognome: Antonio Conte. Il tecnico leccese si è legato al Napoli per tre anni. Ma la dirigenza rossonera non ha mai pensato di portarlo a Milanello. Le recenti parole di Ibrahimovic, in tal senso, sono state molto chiare. Il club di via Aldo Rossi cercava non un manager monopolizzatore, quanto un profilo che si occupasse di valorizzare i giovani.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: siamo proprio sicuri che Conte fosse il profilo giusto? Le parole di Ibrahimovic sono indicative del fatto che la società non avrebbe voluto personalità troppo forti con cui avere a che fare. E Conte – ne parla la sua storia – lo è. Meglio una figura da saper gestire, che una che potesse creare qualche grattacapo alla dirigenza, specie se non proiettata ad accontentare certe richieste di mercato. Insomma, è una fase probabilmente transitoria per il club rossonero. Ma quello che non può mancare è una comunicazione chiara. Per rispetto dei tifosi. Per rispetto di un club storico e glorioso come il Milan.
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