-di Giuseppe Cambria-
La decisione di giocare a Rotterdam, un torneo ATP 500 su cemento indoor, per dare l’assalto a Rafael Nadal, l’eterno rivale che a 31 anni fermato temporaneamente per gli eccessivi sforzi dell’anno appena passato. L’approdo ai quarti di finale e il sapere che sei ad un passo da quella prima posizione lasciata troppo presto, appena 5 anni fa. Il match contro l’olandese Robin Haase e il primo set andato, con un break subito al nono game e un 6-4 finale regalato all’avversario. Poi l’incontro totalmente ribaltato nei successivi due set, grazie ad una classe che il tempo non può deteriorare: una tenuta atletica spaventosa (vista anche l’età) i soliti rovesci chirurgici e i servizi perfetti per due inevitabili 6-1 6-1. La semifinale sarà contro il nostro Andreas Seppi che, nonostante il traguardo notevole raggiunto, sparisce davanti a questo momento storico. A Rotterdam si è fatta la storia. A 36 anni Roger Federer si riprende quello che, in fondo, era sempre stato suo: il primato nello sport in cui non ha rivali: ieri, oggi, domani (batte anche il precedente record di Andre Agassi che tornò primo a 33 anni). Gli aggettivi sono terminati. Diamo il bentornato a chi numero 1 è sempre stato. Il re è tornato.
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