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Thiago resta o no? E’ questo l’unico punto decisivo. I 10 anni di Saputo e il nuovo stadio che ancora non c’è!

2 agosto 23, Utrecht. E’ tutto nato lì. “La squadra ha giocatori fantastici ma che hanno bisogno di entusiasmo in più e di stimoli, ma anche di qualità e concorrenza in più. Siamo tutti consapevoli che per migliorare dobbiamo investire. Servono due esterni d’attacco, è evidente. Orsolini è infortunato. Il nostro obiettivo é competere con tutte le squadre di A ma oggi non siamo in grado. E non vogliamo tornare indietro”. Sono parole scolpite nella pietra e pronunciate da Thiago Motta al termine dell’amichevole contro la squadra olandese. Il che gli varrà una sorta di scomunica da parte dell’ala della critica più vicina a Presidente e un pezzo di area tecnica. 

Per chi ha buona memoria, rammentiamo che il club aveva iniziato il mercato con molta circospezione, facendo filtrare all’esterno la volontà del Chairman di attendere cessioni prima di impostare acquisti. 

E che in sala stampa a Lecce, ultima gara del campionato precedente, un lungo battibecco con il giornalista Beneforti faceva emergere un certo malumore del tecnico verso una parte del club – la quale, a suo parere, utilizzava “megafoni esterni” per fare passare atteggiamenti più o meno legati a scarse ambizioni tecnico-agonistiche -. 

Joey Saputo e Claudio Fenucci

Riavvolgiamo il nastro

Agosto 2020, i tifosi azionisti incontrano i vertici (senza Saputo): Fenucci e Sabatini, con Caliceti. Ecco un racconto affidato al loro Forum di dibattito: Gli abbiamo ricordato le dichiarazioni di Saputo che diceva in dieci anni Europa, Champions e lottare per lo scudetto. Prima hanno detto che non gli risultava, poi di fronte agli screen shot contenenti i virgolettati della stampa hanno affermato che aveva esagerato, che per andare in Europa servono investimenti che Saputo non può/vuole fare, perciò il nostro obiettivo è stare nel gruppo di metà classifica”. Insomma, l’intervento della proprietà derubricato a una chiacchierata post prandiale dallo scarso valore effettivo (in effetti è stato così per tre anni…). Come si combini questo con la smodata euforia legata al Saputo veggente, che riesce a traguardare i 10 anni con esattezza assoluta, quando nemmeno i suoi più fidati collaboratori ricordavano quella “fuga in avanti”, beh, è uno dei misteri delle Due Torri colorate di rossoblù (una delle tante e bellissime iniziative di una città in solluchero per una roba, ripetiamolo perché è così, totalmente inaspettata, non pianificata e non attesa da chicchessia). 

Ma questa non è, in fondo, la cosa più importante. Lo “European Dream” non può restare un one shot, perla rara in un contesto di prevalente e acclarata mediocrità. Occorre che il Bologna si impegni a riprendere stabilmente il suo ruolo nel calcio italiano, giacchè si sta vedendo che sono passate come vere un bel po’ di fanfaluche totali, tipo il “sistema non scalabile” o l’appello calimeriano “ribelliamoci, lassù non ci vogliono” per finire con “via gli infedeli dal Tempio, così staremo più larghi”. Tre balle, alla prova dei fatti e fortunatamente, sesquipedali. 

Joey Saputo (ph. Image Sport)

Thiago Motta alla Juventus? L’addio non è ancora stato deciso

Per fare ciò sarebbe meglio non cambiare guida tecnica, ma questo dipende da Casteldebole in parte inferiore al 50%, diciamo la verità. L’uomo del momento è Thiago Motta, i ragazzi del momento sono i suoi giocatori. Nonostante l’annuncio radiofonico di un pezzo di Curva sull’addio certo (non ne ho idea, magari è stato un auspicio), a me continua a risultare che i saluti siano probabili ma non ancora decisi. E che in ogni caso Sartori intenda cedere al massimo una delle due stelle, o Zirkzee, o Calafiori, non entrambi. E inoltre che la Juventus possa certamente aver fatto avances ma tenuto aperte per sè anche altre strade (al di là del fatto che in Italia il Pozzo di San Patrizio non è nella disponibilità di nessuno). 

La cartina di tornasole sarà il momento in cui non c’é più Thiago. Si tiene il ritmo attuale o si ripiomba nell’“aurea mediocritas”? Questa è l’unica cosa dirimente, detto che un Saputo presente, cordiale, interessato, amabile e amicale ha già creato un inevitabile e auspicatissimo – da me – salto di qualità. Quanto meno nell’atteggiamento: ed era un’altra roba negata proprio alle radici, fino all’anno scorso. Quante…vabbè, non scrivo il termine, tanto presumo si sia capito. 

L’assetto interno (il Bologna ha proprietà e management, nei ruoli apicali, solidissimi e stabilissimi, quasi un unicum nel calcio italiano).

Giovanni Sartori

Stadio e nuovo tecnico: Sarri o Italiano nel caso Motta lasciasse?

Sul tema tecnico, io non sono così convinto, come è stato detto in radio, che il Bologna prenda – in caso di dipartita di Thiago – un tecnico emergente, cioè poco esperto di Coppe. Primo perché Fenucci aveva auspicato Ranieri, per dire, non Motta (comprensibile, se non conosceva l’ex nerazzurro). Secondo perché nei desiderata di Sartori forse ci sono più Sarri o Italiano che non, per fare due nomi, Possanzini o Vanoli (che, da ex rossoblù, qualche chances comunque ce la potrebbe avere, oltre che, in Scozia, aver partecipato alla Champions). 

E infine, a proposito di Fenucci e della sua paziente tela per lo stadio mi sia permessa una critica, a lui e a Lepore: non si convoca una conferenza stampa se non c’è niente di nuovo da dire. Il Comune mette 40? Lo si sapeva. Il Bologna cerca altri investitori a copertura dei costi lievitati? Cosa nota. Non li ha trovati? Intralcio possibile, nessuno ti regala nulla. La tempistica del provvisorio a Fico è indeterminata, nei fatti, attualmente? Se non sai quando parti con il lavoro principale, chiaro che le questioni accessorie attendono, giocoforza. Ne parleranno gli alti vertici rossoblù a breve. Ma è anche una questione governativa e nazionale, i cantieri sono aperti – o aprono a breve – dappertutto. 

Scrive Calcio e Finanza: “Il divario rispetto ai ricavi da stadio delle rivali europee è enorme: Inter e Milan nella loro migliore stagione di sempre non hanno superato gli 80 milioni di euro, ma c’è chi come Arsenal e Tottenham incassa ben oltre i 100 milioni, senza guardare a big assolute come PSG e Barcellona che superano addirittura i 150 milioni. E gli Spurs solo dai servizi premium e hospitality guadagnano più di quanto incassano complessivamente le italiane. In generale, la media dei ricavi da gara per la Serie A nel 2022/23 è stata di 20 milioni di euro per ciascun club: peggio fa solo la Ligue 1 (14 milioni di media), mentre sopra i club italiani ci sono Premier League (50 milioni), Liga (31 milioni) e Bundesliga (30 milioni). Sono così tanti i club, non solo in Serie A, che guardano ai progetti per i nuovi stadi. Attualmente infatti ci sono 14 progetti (i più noti: Bologna, Firenze, Roma e due volte a Milano) in fase di pianificazione e/o realizzativa, con investimenti complessivi previsti per oltre 3 miliardi di euro”.

Insomma, se la vogliamo mettere in battuta, alle Europee basta scrivere Giorgia. Ma per il Dall’Ara nominare Joey, Claudio o Matteo non è ancora sufficiente. 

Alberto Bortolotti

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Alberto Bortolotti

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