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Saputo ed il Silenzio dei Colpevoli: è un Bologna dalle doppie verità

Il Bologna sprofonda in zona retrocessione ma Saputo non si prende la responsabilità di parlare alla città e garantire investimenti a gennaio Fa un po’ incazzare, sinceramente, assistere al “silenzio dei colpevoli”, parafrasando il titolo del film che racconta la storia di Hannibal Lecter. Il silenzio di Joey Saputo che a maggio annuncia che a settembre avrebbe riparlato di budget e stadio (siamo a fine novembre e non vi è traccia di alcun intervento pubblico, nemmeno dopo l’ennesima prestazione senza sugo e allarmante: il che non impedisce una presenza fuori luogo per tempi e modi al basket), unito al silenzio dei “saputiani” che erano già usciti tramortiti dall’intervento di Fenucci su Repubblica: “per un salto di qualità servirebbe un nuovo ciclo di investimenti, senza cedere i 4 o 5 migliori per almeno due o tre anni. La proprietà sta valutando”. Toh, esattamente quello che per 36 mesi pochi “grilli parlanti” hanno invano domandato. Un punto di vista “maigoduto” (riceverà presto la tessera). L’ad pare casualmente in accoppiata perfetta con i Forever Ultras, i quali imputano al club più attenzione al Dall’Ara che non a chi ci gioca (e ciò provoca travasi di bile ai non molti cristiano maroniti ancora presenti tra le file dei supporter). Seguiamo per un attimo il percorso indicato da Fenucci, prendendo per buono che sia davvero un tema in discussione.Intanto è il caso che ci dica, seriamente, se a gennaio provano a sistemare la squadra. Poi va notato che è almeno la seconda volta che l’amministratore delegato, braccio operativo-decisionale in Italia del patron, si esprime così. Lo aveva già fatto nella puntata del Pallone nel 7 del 9 aprile scorso. Sbagliando però una previsione, ovvero il fatto che – finalmente ! – il bilancio avrebbe chiuso in pareggio e quindi le punture dell’azionista possono orientarsi sul calcio mercato. Ma i dati previsionali per il futuro indicano una nuova necessità di almeno 13 milioni, secondo quello che è uscito recentemente sui giornali: ergo, impossibile non prevedere nuove cessioni. Fa sorridere uno dei detti popolari (per la verità, sempre meno in voga): sì, “la parte sportiva non funziona, ma abbiamo i conti in ordine“. In disordine no, certo, ma l’unico dato è che c’è uno che ripiana. Ma Saputo a maggio cosa aveva detto in proposito di strategie societarie ? Ecco un estratto autentico, notarile, delle sue parole: “Ci potrà essere un reinvestimento dovuto alla vendita di alcuni nostri giocatori oppure un investimento di liquidità per potenziare la squadra. Non posso dire al momento come verrà gestita questa questione, prima stileremo il piano per il prossimo triennio e poi seguiremo quella linea”. Insomma, può piovere o spuntare il sole, vedremo. Anzi: dobbiamo ancora vedere.Lo stadio? Bah, tutto tace. La scadenza amministrativa si avvicina e l’interesse politico della maggioranza attuale scema, mentre quello dell’opposizione non c’è mai stato. Auguri… Ma Fenucci su quanto ha detto è in linea con Saputo o no? Gli interpreti autentici del suo pensiero negano ci siano screzi. Però i casi sono due: o questa è una mossa tesa a rivalutare il Chairman e il suo ispiratore, appunto Fenucci, oppure è un segnale di raffreddamento di rapporti e divorzio in vista. Solo il tempo potrà darci il verdetto. Intanto alcuni equilibri della politica sportiva romana e nazionale mutano: il ridimensionamento, almeno così pare ora, dell’ “Imperatore” Malagò potrebbe incidere anche nelle mosse del club rossoblù. La cosa che dispiace è che il Bologna si è specializzato nelle “doppie verità”. Fino a ieri valeva “oggi saremmo salvi”, dal dopo Fiorentina si è passati a “non guardo la classifica”. Troppo comodo. E sul piano societario scopriamo da aprile in poi che ci vogliono i giocatori. Toh, dopo secoli di “progetti” e “crescita lenta ma graduale”. No, sono troppe le cose che non funzionano. Nulla accade per caso.

Alberto Bortolotti

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