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Mihajlovic fa il miracolo: ora può dettare legge a Casteldebole

Ragionamenti in chiave futura sul Bologna e sulle scelte di Saputo, salvato soltanto dall’arrivo di MihajlovicL’endorsement finale di Mihajlovic a Bigon è un pezzetto della storia di Bologna-Empoli importante quasi quanto il risultato e la salvezza, nei fatti, suggellata. E il miracoloso Sinisa è, giustamente, uno in grado di dettare legge, oggi, a Casteldebole: un peso paragonabile a quello che ebbero Danilovic in Virtus e Myers in Fortitudo. L’impresa aritmetica del Bologna – sì, io non ci credevo perché non sono un veggente – consta di 23 punti in 13 partite, di cui 19 nelle ultime 8 gare, fatti con 2 pareggi, 4 sconfitte e 7 vittorie (5 delle quali consecutive in casa). Gol fatti 21, subiti 14. Particolare non trascurabile, assenza di un goleador e conseguente riscoperta del concetto cooperativistico caro a Ulivieri. Dopo l’Atalanta, 1 rete subita in 4 partite, quello del vantaggio empolese di Pajac. Qualcuno ha detto che l’unica cavalcata comparabile è quella di Novellino nel ’99 a Venezia (presidente Zamparini, diggì Marotta), ma due sono i punti di profonda differenza: quell’allenatore non subentrò, e si giovò del prezioso inserimento di Alvaro Recoba che cambiò la faccia della squadra. Qui il tecnico di Vukovar ha lavorato soprattutto sui vecchi. Peraltro va segnalato che tre dei quattro innesti di gennaio sono diventati titolari inamovibili, e con figure tattiche forse non pesantissime sui dati quantitativi ma comunque autorevoli: Lyanco ha rigenerato Danilo, battezzato come uno che potesse difendere solo a tre; Sansone e Soriano hanno portato caratura da Serie A e disciplina tattica che l’allenatore ha evidentemente molto apprezzato. Adesso verrebbe da dire che le ultime quattro partite si possono quasi giocare in ciabatte, ma il piacere di fare calcio utile e divertente forse sarà superiore. In ogni caso, il grande vantaggio è cominciare a pianificare. Comunque, il tema è anche e soprattutto il futuro. Scrive un attento esegeta delle vicende casteldeboliane, Emilio Marrese, su Repubblica: “In cosa consisterà la rivoluzione promessa da Saputo? Stiamo a vedere. L’ipotesi Walter Sabatini direttore generale non è affatto da dare per scontata. Non c’è stata fin qui l’accelerazione che l’impetuoso ex ds di Roma, Inter e Samp si aspettava”.Ma il boss, anche non cambiando team dirigenziale, diversamente da quanto lasciato intendere a gennaio, ha una scappatoia. Nel confronto con alcuni avversari mediatica mente storici, ovvero Tacopina, Zanetti e Corvino, il Chairman vince facile oggi anche perché nel ricordo della gente contano solo le ultime settimane: il Venezia rischia la C, la Virtus è esclusa dai playoff e la Fiorentina balbetta a metà classifica. I tifosi bolognesi di rito canadese esultano convinti e fanno confronti. Io dico solo che spero che a lui sia rimasto in mente il girone di andata di quest’anno che a tanti piace o fa comodo dimenticare. Tornando al campo, la vittoria con l’Empoli giunge nonostante Skorupski e Mbaye, due pilastri fondamentali del pacchetto difensivo, più Orsolini e Soriano si esprimano in modo impacciato per quasi un’ora. Ma la forza di un collettivo fatto anche di buone individualità e di tanta autostima supera le momentanee défaillances dei singoli. E da due di questi arrivano anche autentiche perle realizzative. Ah, chiudo dicendo che tanta gente con l’Empoli, durante un ponte e senza l’ausilio dei supporter avversari, è un record. Saranno importanti le strutture, ma vedere una squadra che dà del tu al pallone e diverte resta un valore. Anche in un’epoca di soddisfazioni virtuali come quella attuale. (Un’aggiunta del tutto personale, per questo è corretto metterla tra parentesi. Se l’orizzonte rossoblu si pone come limite i clacson strombazzati per battere l’Empoli e come obiettivo le “rivincite” verso gli infedeli al verbo canadese – è ripartita la caccia grossa al maigoduto, sport che mai va giù di moda – questi quattro anni non hanno significato nulla. In ogni altra piazza il gol di Sansone che fissa il 3-1 sarebbe l’inizio di una ferma richiesta alla proprietà acciocché renda questo un punto di partenza, non di arrivo. Per non ripetere i primi disastrosi 21 capitoli di quest’anno bruttissimo, bellissimo, in sostanza schizofrenico).

Alberto Bortolotti

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