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La Fortitudo saluta la Coppa Italia: in finale va Ravenna

I romagnoli domano la Effe indirizzando la gara nel terzo quarto e raggiungendo in finale la sorpresa Tortona. Ai bianconlù non bastano i 18 di Cinciarini

– di Calogero Destro –

Non sarà stato l’obiettivo più importante della stagione, ma come è risaputo, vincere aiuta a vincere. Invece la Fortitudo esce dalla Coppa Italia in semifinale, arrendendosi a una Ravenna solida e più decisamente più tonica dei biancoblù, che già ieri avevano palesato difficoltà eccessive per piagare la modesta Trapani. Al PalaTriccoli  di Jesi, davanti ad un migliaio di spettatori, i romagnoli hanno indirizzato la gara tra la fine del secondo e l’inizio del terzo periodo. Il primo tempo, giocato comunque sul filo dell’equilibrio, si era infatti concluso sul 37-31 in favore dell’ex Montano (6 punti per lui) e soci. Ma il parziale aperto sul 30-31 sul finire della seconda frazione, si è ampliato, grazie alle giocate di Grant e Rice (autori di 30 punti in combinata), fino al 50-35 registrato al 25′. Qui la Effe ha provato nuovamente a rialzarsi, piazzando un 5-0 che ridava ossigeno ai tifosi biancoblù, sprofondati però ancora sotto i colpi di uno scatenato Rice, che permetteva a Ravenna di entrare nell’ultimo periodo sopra di 14 lunghezze (60-14). Un distacco mai più colmato dalla squadra di coach Boniciolli, che dopo la clamorosa rimonta subita al PalaDozza in campionato deve arrendersi ancora alla truppa di Martino, che nei 10′ finali scrive il 78-62 con cui si conclude la partita e si prende la finalissima contro la grande sorpresa di questa Coppa Italia: Tortona, che dopo aver eliminato Trieste si sbarazza pure di Biella e punta decisa verso la vittoria del trofeo. Postpartita- Questo un estratto delle dichiarazioni di coach Boniciolli nel dopogara: “Complimenti a Ravenna. Io non ho molto da rimproverare ai miei: siamo partiti un po’ contratti, ma nessuno ha fatto passi indietro. Ci sono state percentuali scarse, ma non si tira per sbagliare apposta e non sono stati tiri presi dopo brutte costruzioni. Io ho come modello di riferimento la Brescia che andò in serie A due anni fa, che prima perse finali e semifinali, dunque proseguiamo serenamente nel nostro cammino. Noi abbiamo giocato bene, con orgoglio, abbiamo tenuto difensivamente i lunghi, ma questa è pallacanestro, e serve anche segnare. E se non segni mai non vinci. Ora vedremo cosa faremo di nuovo contro di loro domenica prossima”.  

Calogero Destro

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