Parole di stima e affetto quelle pronunciate a La Gazzetta dello Sport dall'ex stella della Juventus Michel Platini, acerrimo rivale sul campo di Diego Armando Maradona negli anni in cui il Napoli contendeva lo scudetto alla Vecchia Signora. In una lunga intervista "le roi" ha voluto ricordarlo così: "Non stava bene da tempo, ma fa male lo stesso sentire che non c'è più. Non so se sia il calciatore più forte della storia. La prima volta ci eravamo incontrati a Buenos Aires nel 1979, in un'indimenticabile Argentina-Resto del Mondo. Diego era un fenomeno, ma a Napoli gli avevano costruito una squadra: non dimentichiamo Giordano, Careca e gli altri. Diego aveva tutti i mezzi tecnici per essere un campione: il piede sinistro era favoloso. Una rapidità che purtroppo non ho mai avuto, non diventi Maradona se non nasci con questi mezzi. Lui però era più attaccante, io più centrocampista: eravamo diversi. Lui di sicuro era un personaggio, sempre protagonista. Ha fatto tanto per i calciatori, gli volevano bene. E in campo rispettava gli avversari, non cercava provocazioni. Penso sia stato una persona molto gentile e generosa in un mondo che però l'ha aiutato poco. Tutti quelli che lo frequentavano dicevano fosse molto simpatico, ma forse non gli hanno dato quello di cui aveva bisogno. Io e lui assieme? Non so se l'avvocato Agnelli sognasse una Juve con me e Maradona, ma Dal Cin aveva provato a portarmi a Napoli. Gli avrei lasciato la 10 perchè era casa sua ed io avrei preso la 20. che vale doppio".
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