Ancora in gol, ancora una volta decisivo… Moise Kean non si ferma più. L’ex Juventus è completamente rinato alla Fiorentina, lo ha dimostrato anche ieri. Il classe 2000 approfitta del clamoroso errore di Maripan e infila il pallone alle spalle di Milinkovic-Savic regalando alla viola il settimo successo consecutivo.
Gli uomini di Palladino sono sicuramente tra le sorprese della stagione corrente, a testimoniarlo c’è anche la classifica. Infatti il club gigliato occupa il terzo posto con 22 punti fatti, gli stessi dell’Atalanta.
L’attaccante classe 2000 è arrivato in estate a Firenze per 13 milioni di euro, pagabili in quattro esercizi, oltre a premi variabili fino a un massimo di 5 milioni di euro, un investimento sicuramente importante, per un giocatore che ha vissuto un biennio decisamente altalenante.
Tuttavia l’investimento è già stato ampiamente ripagato dai numeri e le giocate dell’ex Juve, tanto da spingermi a considerare che vista l’assenza di un vice Vlahovic forse l’impiego di Kean avrebbe fatto comodo.
Ma non solo…se si pensa che i due hanno fatto lo stesso numero di gol (8), di cui 5 in campionato e 3 in Conference League Moise, 6 in campionato e 2 in Champions Dusan, non è utopico pensare che la Fiorentina abbia fatto l’affare, almeno per adesso.
In merito a questo binomio sono molto interessanti le parole di Massimo Orlando, ex calciatore della Fiorentina, a Toscana tv che nei giorni scorsi aveva dichiarato quanto gli aveva confessato Max Allegri: “Allegri mi aveva detto che Kean era più forte di Vlahovic“.
Quel che è certo è che a giovare di questo trasferimento è sicuramente la Fiorentina, che non aveva un bomber di questa caratura proprio dall’attuale numero 9 bianconero, oltre che il giocatore, molto sottovalutato negli ultimi anni.
Ma queste prime partite ci stanno dicendo a gran voce che appena Kean viene inserito in un contesto funzionante e con possibilità di giocare con continuità il suo potenziale esplode. Era successo a Parigi (quando siglò 13 reti), si sta ripetendo adesso a Firenze.
Ma al di là dei numeri sotto porta quello che colpisce è la qualità con cui collega i reparti e fa salire la squadra, oltre alla prontezza dei movimenti. Quello che stiamo vedendo sotto la Cupola del Brunelleschi è un giocatore totale, maturo e consapevole. Adesso sì che si puo’considerare un rimpianto per la Juve.
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